Contratto e riforma: ore decisive

Per una strana coincidenza si decidono in queste ore due importanti questioni che interessano il mondo della scuola: il contratto degli insegnanti e il primo decreto di attuazione della riforma.
Presso l’Aran è in corso una non-stop che dovrebbe portare alla conclusione della lunga e tormentata trattativa per il rinnovo del contratto nazionale scaduto il 31 dicembre 2001.
Al tavolo non siede uno dei cinque sindacati rappresentativi, la Gilda, che ha rotto la trattativa e, salvo ripensamenti e indicazioni dei propri organismi direttivi, non firmerà l’accordo.
Tra i nodi da sciogliere nel confronto negoziale vi è quello delle relazioni sindacali di istituto con ipotesi di drastico ridimensionamento del potere di contrattazione delle Rsu e ampliamento del competenze del dirigente scolastico.
Sull’altro fronte, a meno di un chilometro in linea d’aria, si decide in Consiglio dei ministri la sorte del primo decreto legislativo di attuazione della riforma.
Il rinvio dell’approvazione dello schema predisposto dal ministro Moratti alla seduta del 16 maggio ha avuto ufficialmente motivazioni tecniche, ma non sono mancate voci ufficiose che hanno ben diversamente motivato la non approvazione, causata, si dice, da contrasti in seno alla maggioranza.
La seduta del Consiglio costituisce quindi verifica della effettiva volontà del Governo di portare in porto velocemente la riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione.