Contratti di disponibilità: pressing sulla Gelmini di Regioni e organizzazioni sindacali

Il decreto legge sui contratti di disponibilità proposto dalla Gelmini – secondo Domenico Cersosimo, assessore regionale all’Istruzione della Calabria – “…è solo un pannicello caldo che dà risposte parziali a una piccola quota di lavoratori precari che già godono di una qualche forma di sostegno al reddito attraverso l’indennità di disoccupazione“.

Gianfranco Simoncini, assessore all’istruzione della Toscana, aggiunge: “Siamo disponibili ad intervenire a sostegno dei lavoratori della scuola che hanno perduto il posto, per i tagli del governo, ma solo all’interno di un quadro concordato“.

In sostanza le Regioni ritengono che non si può giocare a scarica barile: da un lato provocare un minor utilizzo del personale docente precario con il taglio dei posti di lavoro e dall’altro provare a tirare in ballo le Regioni per il sostegno finanziario.

La sollecitazione delle Regioni potrebbe trovare una sponda nella parallela richiesta delle organizzazioni sindacali al ministro Gelmini di ritenere “…necessario ed urgente un incontro che veda presenti, attorno allo stesso tavolo, tutti i soggetti impegnati a predisporre interventi straordinari per la scuola ed i suoi operatori”.

La situazione porta a chiedersi se per la scuola italiana esista una vera strategia, cioè un piano di azione a lungo termine, oppure se sono in campo azioni contingenti e di breve periodo che possono essere utili per affrontare le emergenze, ma che non sono in grado di creare condizioni di miglioramento nel funzionamento delle scuole e negli esiti formativi degli studenti.