Continuità didattica per il sostegno: una radicale proposta risolutiva

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Nel momento in cui parte il decreto ministeriale per specializzare 40 mila docenti per il sostegno e colmare finalmente il pesante vuoto del settore dove ancora oggi migliaia di posti sono occupati provvisoriamente da docenti non specializzati, viene affrontato con decisione il problema annoso della discontinuità didattica che penalizza migliaia di ragazzi con disabilità.

Dopo la denuncia di Gianluca Rapisarda che, invocando la stabilizzazione dei docenti di sostegno precari, ha parlato di massacrante turnazione anche mensile di docenti per il sostegno, Salvatore Nocera, presidente nazionale del Comitato dei Garanti della FISH della quale è stato vicepresidente nazionale, commentando e condividendo le considerazioni di Rapisarda, ha pubblicato sul sito “Superando.it” una proposta risolutiva per assicurare la continuità didattica ai disabili. 

«Per contenere seriamente il corto circuito sulla continuità didattica degli alunni con disabilità, che permane inarrestabile, ben venga – scrive Salvatore Nocera – l’immissione in ruolo delle migliaia di attuali docenti specializzati precari; ma occorre augurarsi ancor di più che il Governo “del cambiamento” abbia il coraggio di rompere col passato e di varare definitivamente le nuove classi di concorso per il sostegno, con la loro separazione dalle carriere dei docenti curricolari».

La normativa attuale – ricorda Nocera – consente ai docenti di sostegno, dopo cinque anni di permanenza sul sostegno, il  diritto di ottenere il trasferimento su cattedra comune. Ne conseguirà che, come da sempre, trascorsi i cinque anni, tutti, o per lo meno più realisticamente una buona parte, potranno ottenere il trasferimento su posti comuni, ricreando così l’incolmabile vuoto di specializzati e quindi la piaga del precariato, con tanti saluti alla continuità cui tutti aspiriamo.

Appare questo, quindi, un corto circuito che permane inarrestabile.

Cosa propone Nocera? “Per arrestarlo – o comunque per contenerlo seriamente una volta per tutte – occorre avere il coraggio culturale e politico di fare un vero “governo del cambiamento” e cioè di fare approvare in Parlamento una legge sulla creazione di quattro nuove classi di concorso per il sostegno, ciascuna per ogni grado di scuola, a partire da quella dell’infanzia.

A questo punto bisogna augurarsi che ben venga l’immissione in ruolo delle migliaia di attuali docenti specializzati precari; ma occorre augurarsi ancor di più che il Governo “del cambiamento” abbia il coraggio di rompere col passato e di varare definitivamente le nuove classi di concorso per il sostegno, con la loro separazione dalle carriere dei docenti curricolari.