Organizzare un concorso di queste proporzioni (160 mila candiidati) in poco tempo è una sorta di corsa a ostacoli, dove il traguardo finale sono le nomine dei vincitori per il 1° settembre 2013. Il primo ostacolo è riuscire a bandirlo in tempi brevi.

Il ministro Profumo ha confermato la data del 24 settembre per varare il bando, secondo le vecchie regole, ma ha già precisato che forse quello non sarà il termine della pubblicazione del bando in Gazzetta Ufficiale; oppure il bando uscirà in attesa di registrazione. Il rischio è che il termine del 24 possa slittare ad ottobre e, visto che ci vorranno trenta giorni per la presentazione delle domande, si potrà parlare di prove di preselezione come minimo per novembre inoltrato, se non, addirittura, per dicembre.

Per mantenere, comunque, una tabella di marcia credibile occorre sistemare per tempo le tessere del complesso mosaico del bando, a cominciare, ad esempio, dal chiarimento sui programmi d’insegnamento dei futuri docenti.

Viene esclusa l’eventualità di confermare i programmi didattici vigenti al momento del bando del 1999. Ma manca a tutt’oggi il testo ufficiale e definitivo delle nuove Indicazioni nazionali per il curricolo (trasmesso pochi giorni fa alle scuole nella versione provvisoria), che dovrebbe essere il riferimento basilare per i candidati della scuola dell’infanzia e del primo ciclo.

Ma non è finita qui. Manca anche il parere del CNPI sulla tabella dei titoli e sul programma di esame. Un parere che richiede un lavoro dei comitati di settore e il voto in plenaria e che, secondo una consolidata esperienza, ha bisogno di tempi e di approfondimenti non liquidabili in pochi giorni (almeno un mese). A meno che il CNPI non “stringa” i tempi della discussione come segnale di condivisione di una svolta nelle politiche di reclutamento del personale docente.

Certo, erano mesi che Tuttoscuola invocava nuovi concorsi. Premesso che la decisione di bandirli è stata estremamente delicata e coraggiosa, se si fosse partiti prima…