Concorso straordinario e interesse generale

Sulle regole del gioco per il concorso straordinario per la scuola secondaria per l’immissione in ruolo di 24 mila docenti si sta consumando uno scontro frontale tra Governo e sindacati. Nel frattempo l’obiettivo di far trovare in classe questi docenti a settembre è a rischio.

Una domanda di fondo: visto che è interesse superiore, certamente condiviso da tutte le parti in causa, che in cattedra salgano docenti preparati e pronti ad aggiornare la propria professionalità nei prossimi venti, trenta o più anni di servizio, quale problema c’è a fare una verifica seria di queste condizioni? Questi docenti hanno reso finora un importante servizio alla scuola italiana (del quale bisogna essere grati) pur lavorando in condizioni difficili per non dire in alcuni casi ignobili (e su un nuovo sistema di reclutamento e di gestione delle supplenze Ministero e sindacati dovrebbero lavorare). Se sono anche competenti, non avranno problemi ad affrontare e superare con serenità la prova concorsuale. Concorso straordinario non può significare concorso che non attesti un adeguato livello di preparazione, su questo si ritrovano tutte le parti (o no?) e intorno a questo presupposto si può trovare un accordo.

Un principio di buon senso che varrebbe per qualsiasi attività produttiva, a conduzione familiare o di grande impresa, che dovesse assumere a tempo indeterminato una risorsa. A maggior ragione vale se lo Stato (cioè tutti noi) assume – come in questo caso – 24 mila persone con un costo annuale di oltre 800 milioni all’anno (per una media di 25 anni di servizio fanno circa 20 miliardi di euro in stipendi per questo contingente di neo assunti). Una verifica adeguata delle competenze (per non parlare di quelle psicoattitudinali che pure andrebbero scrutinate, ma chissà quando se ne parlerà), va fatta, diciamo anche “per sicurezza”.

Analoghe considerazioni si possono fare per l’emendamento al Senato finalizzato a far passare ope legis nei ruoli dei dirigenti tecnici diversi docenti, dirigenti scolastici e personale esterno che ricoprono attualmente un incarico di dirigente amministrativo (https://www.tuttoscuola.com/i-dirigenti-amministrativi-con-incarico-passeranno-nei-ruoli-dei-dirigenti-tecnici-a-spese-delle-scuole/ ; si legga anche Rischia di essere svuotato il concorso a dirigente tecnico? ). E’ così che il Parlamento offre il proprio contributo? Chi siederà sulla delicata poltrona di ispettore deve dimostrare adeguate competenze attraverso un concorso pubblico. Chi ha già svolto un incarico di dirigente amministrativo si troverà avanti nella preparazione del concorso con buone probabilità di superarlo, piuttosto che saltarlo a piè pari per la compiacenza di qualche parlamentare e la distrazione degli altri che votano.

Primum l’interesse generale, deinde quello delle singole categorie.

Tornando al concorso straordinario, piuttosto – fosse per noi – sposteremmo l’attenzione su un solido percorso di accompagnamento professionale nel primo periodo per coloro che avranno dimostrato la loro preparazione superando un concorso serio. Ci piacerebbe un sindacato che avanzasse queste istanze e un Ministero che avesse la lungimiranza di occuparsene e di garantirle. Anche questa è la scuola che sogniamo.

Gli studenti, le famiglie, la società si aspettano questo da una grande istituzione come la scuola, e quindi da tutte le componenti che la rappresentano.