Concorso DS: si può ridurre il tempo di correzione degli scritti?

Anche ieri, 7 settembre, la Gazzetta Ufficiale non ha pubblicato il Regolamento del concorso per l’assunzione di nuovi dirigenti scolastici.

Mancano ora 357 giorni alla fine dell’anno scolastico, perché il concorso si possa concludere in tempo utile per le nomine dei vincitori al 1° settembre 2018.

È di tutta evidenza la necessità di stringere sui tempi per evitare un ulteriore anno scolastico senza nuovi dirigenti e con un conseguente carico insopportabile di istituzioni scolastiche affidate in reggenza (nel 2018-19, con il concorso non concluso, potrebbero essere più di duemila).

Per ridurre il più possibile i tempi delle procedure, Tuttoscuola ha suggerito ieri di anticipare la pubblicazione della banca dati dei quesiti per la preselezione.

Vi può essere anche la possibilità di ridurre i tempi di correzione degli scritti. Vediamo come.

Il regolamento prevede che il numero massimo di ammessi allo scritto non superi tre volte il numero dei posti a concorso. Ha previsto anche che si formi una sottocommissione ogni 250 candidati presenti agli scritti (pari cioè a 4 sottocommissioni ogni mille candidati).

Supponendo che i posti a concorso siano 2.000, dalla preselezione possono essere ammessi agli scritti in 6.000 e si dovrebbero costituire, quindi, 24 sottocommissioni.

Una prima operazione di accelerazione potrebbe consistere nel pubblicare contemporaneamente al bando l’invito a far parte della commissione o sottocommissioni, rivolto in particolare ai dirigenti scolastici in servizio, ai docenti di lingua straniera e ai DSGA per le funzioni di segretario.

Costituite le sottocommissioni, è necessario velocizzare i tempi di correzione delle prove scritte.

Lavorando ininterrottamente tutti i giorni ogni sottocommissione potrebbe concludere le correzioni dei 250 elaborati assegnati in un mese.

Ad una condizione: il distacco dal servizio dei suoi componenti.

Le attuali disposizioni, applicate anche al concorso dei docenti, non lo prevedono. Il Miur dovrebbe, quindi, attivarsi presso il Mef per ottenere la deroga (che ha dei costi).

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