Concorso DS: per alcuni troppe irregolarità durante la prova scritta. La lettera aperta di un gruppo di candidati

Su Facebook è stata riportata una lettera aperta di 255 candidati del concorso per dirigenti scolastici ospitata all’interno del Fb “Insieme per una causa comune – Dirigenza 2019” composto da circa 800 persone, provenienti da tutte le regioni d’Italia

Eccola – vien subito da dire – l’ennesima richiesta di una sanatoria per bypassare lo scritto e accedere direttamente all’orale, forse sperando nell’attenzione del Parlamento che sta varando la legge di bilancio 2019 ed è pronto a raccogliere proposte emendative compiacenti.

Niente di tutto questo.

È una lettera puntuale, molto dignitosa, circostanziata che mette in luce una serie incredibile di criticità registrate durante la prova del concorso DS.

L’elenco delle negatività, lungo e documentato, si conclude con una specie di denuncia che non può lasciare indifferente il Ministero dell’Istruzione.

“Tutto quanto riportato sopra – conclude la lettera dopo avere individuato puntualmente e rigorosamente contraddizioni delle procedure e casi negativi diffusi – ci sconforta profondamente ed al contempo ci indigna! Anni e anni di preparazione ad un concorso che si è rivelato essere alienante e frustrante! È stata costruita una procedura concorsuale inidonea a conseguire il fine, gestita in maniera precipitosa e non paritetica, lasciando noi concorrenti avviliti e umiliati!”.

L’indignazione di quei candidati, accompagnata da un senso di frustrazione e umiliazione, precede il forte richiamo al valore della dirigenza pubblica: “Questa è la prospettiva di una Pubblica Amministrazione che vuole reclutare Dirigenti Pubblici, inoltre ‘Scolastici’, che sappiano coniugare le capacità manageriali di un oculato e innovatore datore di lavoro e le competenze professionali e sensibilità etiche di un leader educativo volto gestire le scuole italiane del futuro? Noi riteniamo fermamente di no!”.

“Noi riteniamo – concludono i 255 candidati – che non solo sia stato leso il diritto all’uguaglianza, sancito dall’art. 3 della Carta Costituzionale, che si traduce in un trattamento eguale da corrispondere a parità di condizioni; ma anche che sia stato disatteso l’art. 97 della Costituzione che esige che la Pubblica Amministrazione agisca secondo il principio del buon andamento e dell’imparzialità, nonché l’art. 41 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (Carta di Nizza) che riconosce il diritto ad una buona amministrazione!”.