Concorso docenti/1: l’ingorgo dopo gli scritti e l’ottimismo di Valditara

Archiviata la prova scritta del concorso 2023-24, accompagnata da qualche piccola querelle sulla facilità complessiva delle prove, tutta l’attenzione è ora rivolta alle prove orali, finalizzate a definire tutti i vincitori da nominare a settembre 2024 – come auspica il ministro Valditara – per rispettare gli obiettivi del PNRR.

Sulla facilità delle prove, sottolineata in particolare da Tuttoscuola, il ministro Valditara, a margine dell’inaugurazione di Fiera Didacta Italia 2024, ha dichiarato: “Certo, se si va a prendere uno dei quesiti più semplici, si fa della banale polemica”.

Non è quello che ha fatto Tuttoscuola, come sa chi ha letto il nostro servizio, che ha posto all’attenzione una serie di aspetti meritevoli di riflessione, e ha chiaramente specificato: “Se e quando il ministero dell’istruzione e del merito pubblicherà integralmente i quesiti delle prove scritte dei concorsi che si stanno svolgendo in questi giorni, si potrà capire meglio. Ad oggi, a parte casi estremi come quelli che abbiamo riportato, quel che emerge dall’ascolto di tanti candidati dopo la prova è che chi ha un minimo di preparazione (…) ha avuto ben pochi problemi a passare”. Il nostro intento, ben lontano dal cercare polemica, è stato quello di evidenziare una anomala assenza di selezione vera e propria, favorita anche dalla presenza di alcuni banali quesiti (ovviamente non cumulati in una stessa prova, ma distribuiti su diverse batterie), con conseguente rimando selettivo alla prova orale e ingorgo organizzativo e gestionale sulle commissioni (in questo numero facciamo i calcoli). E lo abbiamo fatto sulla base dei numeri: il tasso di ammissione reso pubblico dal Ministero (l’85%) parla da solo.

Sull’ingorgo di migliaia di candidati da esaminare e sulle difficoltà delle commissioni esaminatrici di gestire efficacemente e in tempo utile il carico valutativo, il ministro si è dichiarato ottimista.

Si complicheranno le procedure? “No – ha risposto – tutte le commissioni sono già ben predisposte. Da questo punto di vista non avremo problemi”.

Ovviamente ce lo auguriamo. L’ottimismo del ministro, tuttavia, sembra nascondere l’oggettiva difficoltà di molti USR per costituire le commissioni, senza considerare che in molti casi, proprio in considerazione dell’elevato numero di candidati ammessi, gli USR dovranno anche costituire (come approfondito da Tuttoscuola) centinaia di sottocommissioni (una ogni 500 candidati o frazione di 500 eccedenti). Un compito non facile, considerando che ancora oggi su molti siti di Uffici scolastici regionali è presente l’avviso per reperire componenti delle commissioni e sottocommissioni. Una corsa contro il tempo per concludere le procedure prima di settembre.

Pochi giorni fa è stato finalmente (e opportunamente) pubblicato il decreto che incrementa i compensi per i commissari che all’art. 6 prevede: Per i concorsi connessi all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e al conseguimento dell’obiettivo PNRR M4C1-14 il compenso base è determinato nella misura intera … qualora la commissione o sottocommissione concluda i lavori entro centoventi giorni dalla pubblicazione dei risultati della prova scritta ed esamini almeno centoventicinque candidati al mese o la totalità degli ammessi alla prova orale ove il numero sia inferiore.

Basterà questo incentivo per concludere le procedure concorsuali entro settembre? C’è da sperarlo, sia nell’interesse dei futuri vincitori, sia per dare maggiore stabilità al sistema.

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