Competenze matematiche. Occorre ripartire dalla scuola primaria

Tre interessanti rilevazioni hanno fotografato recentemente in modo oggettivo la situazione dei nostri ragazzi della fascia dell’obbligo relativamente alle loro competenze di base e, in particolare, ai loro livelli di apprendimento in matematica.

Si tratta in primo luogo della prova scritta nazionale del giugno scorso, predisposta dall’Invalsi e di cui l’Istituto di Frascati ha anticipato nei mesi scorsi i dati campionari. Mediamente i nostri ragazzi hanno superato positivamente i test delle prove per una percentuale di poco superiore al 60%.

Lo stesso Invalsi ha recentemente reso noti inoltre i dati campionari della rilevazione effettuata nel maggio scorso nella scuola primaria (classi seconde e quinte), da cui è emersa mediamente una situazione di sufficienti apprendimenti in matematica intorno al 60%.

Da quei dati, insomma, risulta che sei ragazzi su dieci in matematica se la cavano. Ma gli altri?

Nei nuovi obiettivi di Lisbona spostati ora al 2020, tutti i Paesi dell’Unione sono impegnati a ridurre almeno al 15% la percentuale di 15enni con scarse competenze in matematica (livello 1 o meno dell’Ocse Pisa).

Dai dati pubblicati nei giorni scorsi dalla Commissione risulta una situazione complessiva non soddisfacente in molti Paesi, tanto che la media dell’Unione per ragazzi con scarse competenze è attualmente attestata di poco sopra il 24%, con tre soli Paesi (Finlandia, Olanda e Danimarca) che hanno già raggiunto e superato l’obiettivo fissato del 10%.

E l’Italia? Con il 32,8%, cioè con quasi 17 punti lontano dall’obiettivo fissato, è messa piuttosto male ed è seguita soltanto da Bulgaria e Romania. Il vuoto da colmare è tanto e richiede quasi una rifondazione della disciplina. Per recuperare questo gap occorre investire soprattutto nella competenza professionale dei docenti, in particolare di quelli della scuola primaria.