Competenze/1. Una sfida per l’Europa
Nel contesto del nuovo scenario geopolitico, in cui gli Stati Uniti di Donald Trump adottano posizioni neoisolazioniste e mostrano scarsa considerazione per la “vecchia Europa” – percepita più come un mosaico di Stati che come un’entità unitaria – il rapporto presentato da Mario Draghi sulla competitività europea assume una rilevanza strategica cruciale. Draghi evidenzia che la crescita della competitività europea richiede un impegno condiviso da parte di tutti gli Stati membri, trattando il tema come una sfida collettiva e un obiettivo comune.
Ma la tormentata vicenda della formazione della nuova Commissione europea, varata da una maggioranza comprensiva dell’ECR di Giorgia Meloni, se ha messo in luce la capacità di Ursula von der Leyen (e di Meloni) di far convergere verso il “centro” la parte più europeista della destra, non è stata certo una dimostrazione di compattezza da parte dei 27 Stati chiamati da Draghi a condividere lo sforzo per la creazione di una “Unione delle competenze”.Tema di importanza determinante, approfondito nel numero di ottobre della rivista Tuttoscuola, richiamato anche nel titolo dell’editoriale “L’unione (delle competenze) fa la forza”.
I prossimi mesi, subito dopo il passaggio delle consegne tra Biden e Trump (20 gennaio 2025), ci diranno se almeno su questo obiettivo strategico si verificherà una convergenza ampia (l’unanimità sembra irrealistica) tra i 27 Paesi dell’UE (+1: anche il Regno Unito dedica all’emergenza competenze forte attenzione, per ora in chiave nazionale, ma con motivazioni e priorità corrispondenti a quelle indicate da Draghi nel suo rapporto: ne parliamo in una notizia successiva).
Un elemento chiave per una reale “unione delle competenze” in Europa è l’introduzione di un sistema comune di certificazione. Questo sistema dovrebbe rendere facilmente comprensibili e utilizzabili, in tutto il continente, le competenze acquisite attraverso programmi formativi nazionali, così come quelle ottenute tramite percorsi informali e non formali. Tuttoscuola sostiene da anni questa visione, fin dai tempi del dossier “Sei idee per rilanciare la scuola” (2013).
Rispetto ad allora esiste oggi il contenitore dove inserire tali certificazioni, l’e-Portfolio dello studente, introdotto dal DM 328/2022 (Linee guida per l’orientamento), ed esiste il soggetto accreditato a riconoscere gli enti che possono rilasciare certificazioni (Accredia, ente unico nazionale di accreditamento), e soprattutto vigila su di essi, con possibilità di intervenire a sorpresa durante gli esami. La certificazione sotto accreditamento permette tra l’altro l’interoperabilità del certificato a livello europeo e internazionale. Un passo avanti verso un modello europeo di certificazione delle competenze.
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