Classifica delle università, primeggiano ancora i politecnici del Nord

Nella sfida tra le università statali vincono i grandi Politecnici del Nord. Con una novità: per la prima volta Torino batte Milano con 829,8 punti su 1.000 contro 796,4. è il responso della classifica del Sole 24 Ore di quest’anno che segue i dieci indicatori ormai tradizionali: dal rapporto docenti studenti, all’occupabilità dei laureati, dalla capacità di reperire fondi ai risultati della ricerca.

Tra gli atenei “generalisti” Trento, Udine e Ferrara portano in alto il Nord-Est, spinto anche dai buoni piazzamenti dello Iuav di Venezia e di Padova. Performance in grigio, invece, per i maxi-atenei, quelli con più di 55mila iscritti che, con l’eccezione di Padova, si attestano a metà classifica come Bologna,Torino e Milano. Male il Sud.

Tra le università non statali la palma tocca quest’anno al San Raffaele di Milano, e il derby tra la Bocconi e la Luiss si chiude a favore dell’ateneo milanese; a fondo classifica la Jean Monnet di Bari, l’Università di Enna e il Suor Orsola di Napoli.

A spingere in alto l’ateneo torinese, spiega Il Sole 24 Ore, è un ottimo piazzamento diffuso su quasi tutti gli indicatori, da quelli relativi alla ricerca (tra cui spicca il primo posto nella dotazione dei fondi, e il secondo nella capacità di reperire risorse esterne) fino a quelli che puntano l’attenzione sull’attrattività (il 49% degli immatricolati viene da fuori Piemonte) e sul tasso di laureati nei tempi di legge.

Parliamo di eccellenze, quindi anche il risultato dei milanesi compete praticamente alla pari con Torino, in particolare sulla ricerca, ma sconta piccole differenze su attrattività e rapporto docenti-studenti.

Tra gli atenei generalisti, Trento, Udine e Ferrara portano in alto il Nord Est, spinto anche dai buoni piazzamenti dello Iuav di Venezia e di Padova, mentre Modena e Reggio abbandonano il podio insieme a Trieste, che cede parecchie posizioni e si attesta quest’anno al 19esimo scalino.

In tanta variabilità, rileva ancora il quotidiano, due dati si ripresentano immutabili: le performance in grigio dei maxi-atenei, quelli con più di 55mila iscritti che, con l’eccezione di Padova, si barcamenano a metà classifica come Bologna, Torino e Milano oppure scendono nelle parti basse come accade a Roma La Sapienza, e la divisione Nord-Sud.

I primi atenei meridionali si incontrano al 26esimo posto con il Politecnico di Bari e al 31esimo con la Federico II di Napoli e tutta la seconda metà della classifica è monopolizzata dalle Università del centro-sud, con Napoli Parthenope a chiudere come accaduto anche in passato.

La stessa distinzione torna tra le università non statali: le uniche tre a Sud di Roma ottengono i risultati più scadenti mentre il primato tocca quest’anno al San Raffaele di Milano, e il derby tra la Bocconi e la Luiss si chiude a favore dell’ateneo milanese.