Classi pollaio: lo stop prospetta una svolta per qualificare il servizio

Nel contratto del governo per la scuola del maggio scorso si affermava di volere superare le riforme della Buona Scuola per “consentire un necessario cambio di rotta, intervenendo sul fenomeno delle cd. ‘classi pollaio’”. A dir la verità la Buona Scuola non aveva operato né in peggio né in meglio sulle cosiddette classi pollaio per modificare il numero di alunni per classe.

Residuo di propaganda elettorale? In realtà l’idea sembra ora prendere corpo con una proposta di legge presentata alla Camera da un gruppo di deputati del M5S per annullare la riforma Tremonti-Gelmini con la quale, mediante l’innalzamento di un punto del rapporto alunni/docenti, vennero soppressi oltre 67 mila posti di insegnante.

La proposta di legge C.877 ha iniziato il suo iter e prevede di annullare quel punto del rapporto alunni/docente a partire dal 2019-20. Un ritorno al passato che prospetta più alti livelli qualitativi del servizio.

Per anni, diversi governi, prima ancora dell’intervento Tremonti-Gelmini, avevano fatto cassa sulla scuola, innalzando il numero degli alunni per classe, un meccanismo semplice che attraverso la numerosità degli alunni consentiva di avvalersi di un minor numero di classi (e, quindi, di docenti).

Una norma antincendio (decreto ministero interni 26.08.1992) prevedeva (e tuttora prevede) un massimo di 26 persone nell’aula (25 alunni più l’insegnante)? Ignorata, in barba alla sicurezza!

Aule stipate con l’impossibilità di intrattenere un rapporto educativo personalizzato tra docente e alunno? L’imperativo categorico era il risparmio prima di tutto.

E se in classe c’è un alunno con disabilità? L’ipocrita formula utilizzata, quel “di norma”, consente di aggirare il livello massimo auspicato ma non vincolante di 20 alunni per classe.

La proposta di legge 877 intenderebbe ora ripristinare livelli gestionali della classe, dimenticati da tempo.

Se in classe c’è l’alunno con disabilità il numero massimo deve essere di 20 (cancellato il ‘di norma’).
Le classi iniziali delle scuole di ogni ordine grado non possono avere più di 22 alunni (massimo 23 con i resti).

Le norme antincendio rispettate (e i dirigenti scolastici possono tirare un sospiro di sollievo) e un numero vivibile di alunni per classe possono essere il viatico per una svolta qualitativa della scuola.

Il calo demografico, in atto ormai da diversi anni, potrebbe dare un aiuto significativo a questa svolta. Si tratta ora di capire se la proposta di legge andrà avanti o resterà una buona intenzione.

 

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