Cisl-scuola: nessun furto agli studenti per gli scatti stipendiali dei docenti

Mentre si attende per venerdì prossimo la proposta governativa per la legge delega sulla Buona Scuola che riguarderà, tra l’altro, anche gli scatti per la progressione di carriera (mix anzianità e merito), ritorna ancora la polemica sui vecchi scatti di anzianità degli insegnanti statali.

La Cisl-scuola, per voce del suo segretario nazionale, Francesco Scrima, reagisce all’ennesima critica per la soluzione adottata in contrattazione per gli scatti di anzianità degli ultimi anni.

Si mistifica la realtà – afferma Scrima – quando si afferma, come accade anche oggi su qualche giornale, che “per pagare gli scatti di anzianità si sono prosciugate le risorse per le attività a favore degli studenti”. Si mistifica la realtà e si scarica sui lavoratori e su chi li rappresenta una colpa che non hanno, assolvendo i veri colpevoli, cioè i governi che hanno “rapinato” le retribuzioni del personale, colpendo l’unico elemento che finora faticosamente le protegge e impedisce che gli stipendi diventino ancor più inadeguati rispetto all’importanza e alla complessità del lavoro nella scuola.

Come è noto, per pagare gli scatti di anzianità dei docenti sono state attinte risorse dal Fondo per le attività aggiuntive.

Si impone pertanto una precisazione: – prosegue il segretario della Cisl-scuola – le risorse per il miglioramento dell’offerta formativa sono a tutti gli effetti salario dei lavoratori, come lo sono gli scatti di anzianità. Ambedue le voci sono infatti disciplinate dal contratto di lavoro. Gli accordi con cui i sindacati, la Cisl Scuola tra questi, hanno deciso di dirottare sul salario fondamentale una parte del salario accessorio, sono stati la risposta obbligata a un depauperamento delle retribuzioni di tutti, una risposta data non “rubando” risorse altrui, ma semplicemente utilizzando quote di salario di propria competenza per far fronte a un’emergenza certamente non causata dal sindacato.

È a dir poco strana la pretesa – conclude Scrima – che siano i lavoratori, autotassando i propri stipendi già magri, a dover finanziare i fondi per le attività aggiuntive! Ci pensino governo e parlamento, sempre così pronti a riempirsi la bocca di affermazioni solenni sul valore del lavoro nella scuola, sempre così assenti quando si tratta di dare seguito alle loro parole con scelte coerenti e concrete. Tocca a loro rifinanziare il fondo attraverso le necessarie scelte di investimento.

Si smetta di chiamare in causa a sproposito i nostri accordi, è un gioco al quale non possiamo stare, è un gioco che deve finire. Responsabilità e colpe siano date a chi se le merita, basta bugie e mistificazioni.