Cisl: anno ponte e… l’anno che che verrà

L’anno scolastico appena concluso sarà stato anche un “anno-ponte”, ma sicuramente denso di provvedimenti adottati, anche emendativi della legge 53/03 e dei suoi successivi decreti applicativi.

Così il sito della Cisl scuola nel parlare nelle pratiche da avviare prima del nuovo anno scolastico: “Il processo di revisione iniziato con proroghe e disapplicazioni è approdato a sostanziali modifiche legislative contenute soprattutto nella legge n. 296 del 27.12.2006 (la Finanziaria 2007) e nel decreto-legge n. 7 del 31.1.2007, convertito nella legge n. 40 del 2.4.2007. I provvedimenti in essi contenuti spaziano dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di 2° grado intervenendo, in particolare per questo ordine di scuola, in modo sostanziale: vedi l’obbligo di istruzione e il “rientro” degli istituti tecnici e professionali nel sistema dell’istruzione secondaria.

” Considerata la complessità e la rapida sequenza temporale delle norme, riteniamo utile – sostengono – una ricognizione, per ogni ordine e grado di scuola, di ciò che rimane, di quello che “è andato” e del “nuovo che avanza”, riguardo: le cosiddette “sezioni primavera”; la scuola dell’infanzia; la scuola primaria; la scuola secondaria di 1° grado; la scuola secondaria di 2° grado.

Quello che sta per iniziare – infine – è il primo anno di un biennio che vedrà le scuole operare soprattutto sul Piano dell’Offerta Formativa per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica e formativa e sulla costruzione di un curricolo in continuità verticale che miri all’acquisizione dei saperi e delle competenze necessari al processo di apprendimento permanente (già indicati dalla Raccomandazione del Parlamento e del Consiglio Europeo lo scorso 18.12.2006).

Il Collegio dei Docenti giocherà un ruolo da grande protagonista e sarà necessario mettere in campo le professionalità e l’impegno di ciascuno. Ma anche altri dovranno svolgere bene il proprio ruolo: il Governo, le Regioni, gli Enti Locali. Servono risorse e azioni mirate, serve attenzione e sostegno. Non è pensabile, in una fase di “elaborazione e costruzione” come questa, lasciare sole le Istituzioni Scolastiche. Significherebbe farle sprofondare nella gestione delle emergenze quotidiane, togliendo loro le energie necessarie per un progetto più alto alle quali sono chiamate: la formazione culturale e sociale dei nostri giovani.