Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Cinque ambasciatori chiedono il ritiro dell’inglese potenziato

Una delegazione di cinque ambasciatori europei ha protestato presso il Governo italiano contro l’introduzione dell’inglese potenziato. Lo riferisce nella prima pagina di ieri “La Stampa“.
Germania, Austria, Francia, Belgio e Spagna hanno infatti incaricato i propri ambasciatori in Italia di rappresentare al nostro Governo la non condivisione della norma introdotta nel sistema scolastico nazionale per il cosiddetto inglese potenziato, un insegnamento la cui richiesta è rimessa alla scelta dei genitori e che consentirebbe nella scuola secondaria di I grado di avvalersi di tutte le cinque ore settimanali destinate al bilinguismo (inglese e altra lingua europea).
Il timore dei Paesi non anglofoni – precisa il quotidiano torinese – è che quasi tutte le famiglie sceglieranno questa opzione, e che comunque quelle che decideranno di studiare la seconda lingua sarà così esiguo da rendere di fatto impraticabile, da un punto di vista della didattica, l’effettivo insegnamento di una lingua che non sia l’inglese.
L’Unione europea ha già promulgato diverse raccomandazioni in difesa del plurilinguismo, ritenuto fondamentale per la costruzione dell’identità europea.
La mossa del governo italiano non poteva che suscitare una dura reazione degli altri Paesi europei, dicono fonti diplomatiche.
Il quotidiano torinese riferisce che nel corso dell’incontro il ministro Moratti abbia espresso una difesa blanda della disposizione che, a quanto sembra, le è stata imposta all’ultimo momento dallo stesso presidente del Consiglio.
Alla luce di questo incidente diplomatico c’è da dire che ha fatto bene il ministero dell’Istruzione a rinviare al 2007-2008 l’applicazione della norma sull’inglese potenziato, come ha precisato nella recente circolare n. 93 sulle iscrizioni scolastiche per il 2006-07.

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