Ciclone europee: ora il governo è ‘verde-giallo’. Conte lancia ultimatum: ‘Chiarezza o lascio’

Il clamoroso rovesciamento dei rapporti di forza tra i due partner del governo Conte, con l’inattesa (nelle proporzioni) caduta del Movimento Cinque Stelle, e la straordinaria ascesa della Lega al 34% dei voti, costituiscono il tratto dominante delle elezioni europee del 26 maggio scorso. A un anno dalle elezioni del 4 marzo 2018 che lo portarono al governo, il M5S è stato abbandonato dalla metà del suo elettorato (una buona parte si è astenuto), un esercito di quasi sei milioni di voti, che sono stati invece guadagnati dalla Lega. Solo una volta si era assistito in Italia ad un tracollo così rapido, quando il ‘fronte dell’Uomo Qualunque’ fondato dal giornalista Guglielmo Giannini passò dal grande successo delle Amministrative del marzo 1946 (con punte oltre il 30% in Sicilia) al misero 4% scarso del 18 aprile 1948.

Così l’esecutivo nato giusto un anno fa come governo “giallo-verde” (prima il giallo del M5S, poi il verde della Lega) è trascolorato, stando alla interpretazione cromatico-politica che ne offrono quasi tutti i media, in un governo “verde-giallo” a egemonia salviniana. Ma la realtà è più complessa e contraddittoria perché i rapporti di forza in Parlamento, e anche nella composizione del governo, sono sempre quelli usciti dalle elezioni politiche del 2018, e il contratto che l’ha fatto nascere è sempre lo stesso.

Inoltre Matteo Salvini, che ha visto raddoppiare il suo consenso governando in partnership con Luigi Di Maio, ha tutto l’interesse a continuare così (“Non chiedo nemmeno mezzo sottosegretario in più”, ha detto), a maggior ragione ora che Di Maio è stato confermato dagli iscritti al M5S (e da Beppe Grillo) alla guida del Movimento.

Tra le ragioni dello straordinario calo dell’elettorato pentastellato stanno, secondo gli analisti dell’Istituto Cattaneo, i flussi in uscita dal M5S direttamente verso la Lega (soprattutto al Nord) e verso l’astensione (soprattutto al Sud). Non si dispone di dati altrettanto precisi per quanto riguarda il comportamento elettorale dei principali aggregati sociali e professionali, ma riteniamo probabile che sull’andamento delle votazioni abbiano notevolmente inciso anche le scelte effettuate dagli insegnanti.

Intanto proprio nelle scorse ore è arrivato l’ultimatum del premier Conte ai due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi di Maio: “Se non avrò risposte chiare – ha detto, in conferenza stampa, a Palazzo Chigi – rimetterò al Colle il mandato. “Personalmente – ha aggiunto – resto disponibile a lavorare nella massima determinazione di un percorso di cambiamento. Ma non posso compiere questa scelta da solo. Le due forze politiche devono essere consapevoli del loro compito”. “Se ciò non dovesse esserci – avverte Conte – non mi presterò a vivacchiare per prolungare la mia presenza a palazzo Chigi. Molto semplicemente rimetterò il mio mandato”.