
Certificazioni linguistiche, più rigore: solo 8 enti riconosciuti dal MIM (su 41)

Una buona notizia dal Ministero dell’istruzione e del merito. In attesa di provvedimenti che pongano fine, una volta per tutte, allo scandalo dei diplomifici, arriva un’altra misura volta a contenere un fenomeno non meno grave. Quello dei cosiddetti “certificati-fici”. Il MIM ha previsto infatti una robusta riduzione del numero degli enti abilitati a rilasciare certificazioni di competenza linguistica, una vera giungla nella quale coesistevano enti seri e affidabili ed altri che operavano con una logica di puro mercato, offrendo certificazioni “facili” (ma ambite perché danno punteggio aggiuntivo nelle graduatorie) anche a soggetti con scarsa preparazione e/o limitata attitudine a migliorare davvero le proprie competenze.
Il decreto firmato da Carmela Palumbo, capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del MIM, segna infatti la conclusione dell’iter di applicazione del D.M. 62/2022 (governo Draghi, ministro Bianchi), volto a stabilire i requisiti per gli enti certificatori in base ai quali provvedere poi alla loro selezione, riducendo drasticamente il numero degli enti accreditati: da 41 (con 56 istanze presentate al Ministero) ai soli 8 elencati nell’allegato A al decreto, che “ha validità per un periodo di tre anni ed è efficace a partire dall’anno scolastico 2024-2025” (art. 2).
Per l’inglese sono accreditati cinque enti: British Institutes, Cambridge University Press & Assessment, Educational Testing Service (ETS), Pearson Education Limited, e Trinity College London. Per il francese, lo spagnolo e il tedesco, un solo ente per ciascuna lingua: France Education International per il francese, Instituto Cervantes per lo spagnolo e Goethe-Institut per il tedesco.
In una nota il ministro Valditara ha espresso la sua soddisfazione perché il provvedimento segna “un deciso cambio di passo, selezionando solo gli enti realmente in grado di garantire standard elevati di qualità, trasparenza e affidabilità nelle attività certificatorie”, enti che d’ora in poi saranno sottoposti a rigorose procedure di monitoraggio, verifica e valutazione delle attività certificatorie svolte da parte dell’Amministrazione scolastica perché – così si conclude la nota – “Qualità, legalità e meritocrazia sono le direttrici della nostra azione”.
Le lingue non sono però l’unico ambito in cui in questi anni c’è stato purtroppo un opaco “mercato” delle certificazioni. Un altro in cui se ne sono viste di tutti i colori è quello che riguarda le competenze digitali. Anche su questo le cose stanno cambiando in maniera importante e promettente. Qui la strada è stata aperta dal Contratto collettivo Scuola firmato a inizio 2024, che ha previsto per essere inseriti nelle graduatorie di III fascia del personale ATA (esclusi i collaboratori scolastici) il possesso della certificazione internazionale di alfabetizzazione informatica rilasciata da un ente accreditato presso l’ente di accreditamento nazionale, che in Italia si chiama ACCREDIA. Si tratta del sistema di certificazione sotto accreditamento, utilizzato in tutti i settori in tutto il mondo (per saperne di più: https://www.tuttoscuola.com/con-la-certificazione-sotto-accreditamento-fuori-i-mercanti-dal-tempio-delleducazione/ ). Tale certificazione internazionale (in gergo CIAD) è stata opportunamente prevista dal MIM anche nel recente bando per il concorso per funzionari e elevate qualificazioni con incarichi (DSGA). La strada è stata quindi già imboccata e va ora portata a sistema.
Il prossimo passo? Probabilmente quello delle graduatorie dei docenti. Infatti da poche settimane è stata introdotta da Accredia la nuova certificazione sulle competenze digitali per educare, basata sul framework DigCompEDU. E’ prevedibile (e auspicabile) che dal prossimo aggiornamento di graduatorie dei docenti tale certificazione (e non più le altre) darà punteggio, se non addirittura sarà obbligatoria (come la CIAD).
Chi vuole sapere come ottenere queste nuove certificazioni e come prepararsi, può compilare questo modulo: https://docs.google.com/forms/d/1002apH_mC2bsqv59kCEC4YLUOjGKtBMW0_xfqKA8RVo/preview
Una cosa si può dire: dopo la “lotta senza quartiere” ai “diplomifici”, ora si è tracciata una strada per depotenziare i “certificatifici”: il Ministero targato Valditara fa sul serio.
Per approfondimenti:
– Competenze digitali. Verso un certificato europeo unico
– Competenze. Una sfida per l’Europa
– Competenze, competenze, competenze: nasce Skills England. E in Italia?
– Rapporto Draghi. Un sistema europeo di certificazione delle competenze per connettere scuola e lavoro
– L’unione (delle competenze) fa la forza
– Dopo i diplomifici, i ‘certificati-fici’: ma che scuola è? (e quale Paese?). Cambiamo pagina
– Con la certificazione sotto accreditamento, fuori i mercanti dal tempio dell’Educazione
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