Certificazione delle competenze: equivoci interpretativi un po’ strumentali

Dopo un lungo e travagliato percorso e anni di attesa, lunedì scorso, con la pubblicazione della circolare ministeriale n. 3 del 13 febbraio 2015, ha visto finalmente la luce la certificazione delle competenze per il I ciclo.

La circolare è accompagnata da linee guida e da modelli di certificazione da definire al termine del quinto anno della scuola primaria e del terzo anno della scuola secondaria di I grado.

Abbiamo già ricordato in precedenti servizi le tappe del lungo percorso di questo particolare strumento valutativo e la sua attuale natura sperimentale.

Nel merito dei suoi contenuti i sindacati della scuola non hanno sostanzialmente espresso critiche, ma, oltre a rimarcare la prudenza della fase sperimentale, hanno espresso preoccupazione sul nuovo carico di lavoro per gli insegnanti e raccomandato iniziative formative di sostegno.

Unica voce fuori dal coro tra i cinque sindacati rappresentativi quella della Gilda, che ha sparato a zero anche sui contenuti del nuovo strumento valutativo che, a suo parere, dovrebbe essere più semplice e utilizzare il voto anziché i giudizi.

Pur non dichiarandolo esplicitamente, la Gilda sembra non ritenere necessaria quella certificazione, in quanto … sovrapponendosi alla normale valutazione, comporta confusione per le famiglie che si troverebbero due diverse tipologie di valutazione per lo stesso allievo.

Alcuni organi di stampa, forse sull’onda di quelle critiche, hanno riportato tesi interpretative sulla certificazione delle competenze che però non trovano riscontro nei provvedimenti ministeriali. Anzi. La certificazione infatti non sostituisce il documento di valutazione (le pagelle) e al termine delle classi quinte della scuola primaria e terze della secondaria di I grado viene rilasciata soltanto nei confronti dei ragazzi che conseguono l’ammissione all’ordine di scuola successivo.

Basta leggere la circolare per fugare ogni equivoco, a meno che non si voglia tentare di orientare negativamente la categoria degli insegnanti od ottenerne la condivisione in funzione delle elezioni per le RSU.