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Carta di Milano: un sfida che non si può perdere

Entro la fine del 2015 saranno in discussione all’ONU temi fondamentali e decisioni da cui dipenderà il futuro dell’umanità: gli obiettivi del "Millennium Goals" dell’ONU a novembre che verteranno sullo sviluppo sostenibile, ai quali la Carta dell’Expo di Milano fornirà un contributo fondamentale, e la COP21 di Parigi a dicembre sui cambiamenti climatici.

Con questo articolo ha inizio la collaborazione con Tuttoscuola.com del prof. Sergio Sgorbati, professore emerito di Botanica presso l’Università di Milano Bicocca. Negli ultimi vent’anni della sua attività accademica si è occupato di studi sulla biodiversità ed agrobiodiversità delle piante, compiendo analisi  genetiche su specie spontanee rare  e su varietà colturali a rischio di estinzione. Ha tenuto corsi di Botanica generale e sistematica, Ecologia vegetale, Biodiversità e conservazione delle piante. Ha compiuto numerosi viaggi In Sudamerica, studiando gli ambienti naturali e le piante alimentari tipiche di quel continente. Nei prossimi interventi il prof Sgorbati approfondirà le tematiche relative agli ambienti naturali, all’origine delle piante coltivate e alle conseguenze che le attività antropiche hanno sulla biodiversità ed il funzionamento degli ecosistemi. I contributi saranno poi raccolti e organizzati all’interno dello spazio Ecoscuola, sezione Educazione ambientale.

DIETRO LA VETRINA SCINTILLANTE: IL MESSAGGIO DI EXPO 2015

Il primo maggio si è aperto Expo 2015, con il titolo "Nutrire il pianeta, Energia per la vita". Questo titolo racchiude contenuti molto ambiziosi, in linea con la grave situazione ambientale del pianeta Terra, la cui attuazione richiede una radicale trasformazione dell’economia e della società. Il Protocollo di Milano sull’Alimentazione e la Nutrizione enuncia una serie di temi che alimenteranno il dibattito durante l’Expo e le iniziative collegate all’evento.

Anche i visitatori dell’Expo sono invitati a leggere e a dare la loro adesione firmando il Protocollo. Tutto ciò porterà alla dichiarazione conclusiva dell’Expo 2015, la Carta di Milano, da consegnare al segretario generale dell’ONU Ban ki-moon, quale atto di indirizzo internazionale per tutti i paesi aderenti (le "Parti") e che costituirà la base per la discussione dei nuovi obiettivi dei "Millennium Goals" a novembre 2015.

Il percorso verso la carta di Milano è iniziato con la giornata "Expo delle Idee" che il 7 febbraio 2015 ha riunito oltre 500 esperti nell’Hangar Bicocca di Milano.

Il protocollo, datato 3 aprile 2015, enuncia nella sua introduzione:

"Il criterio e la rapidità con i quali le risorse naturali sono sfruttate stanno rapidamente erodendo la capacità del pianeta di rigenerare il capitale ambientale da cui dipende il benessere di tutti i suoi abitanti. Secondo il recente rapporto Millennium Ecosystem Assessment, nel corso degli ultimi 50 anni gli esseri umani hanno modificato gli ecosistemi nel modo più veloce e massiccio dell’intera storia dell’uomo, principalmente nel tentativo di rispondere alla domanda sempre crescente di cibo, acqua potabile, legname, fibre e carburante.

La grande sfida che le società contemporanee si trovano ad affrontare è quella di riconciliare la sostenibilità socioeconomica e ambientale con la crescita socioeconomica e il benessere, rompendo il legame tra sviluppo economico e degrado ambientale e facendo di più con meno, in modo da migliorare o preservare l’attuale livello di benessere con risorse minori. È venuto il momento di rendere la nostra economia efficiente in termini di energia e di risorse, attraverso le quali affrontare le ineguaglianze sociali. Questa è l’unica strada per salvaguardare e migliorare la qualità della vita e il benessere delle generazioni presenti e future".

E’ chiara l’impostazione generale del Protocollo che imposta i problemi dell’alimentazione nel più generale contesto di sostenibilità ambientale e di conservazione delle risorse naturali del pianeta. Il protocollo denuncia quindi 3 paradossi cha stanno alla base all’attuale situazione di diseguaglianza ed insostenibilità alimentare.

– Il primo paradosso riguarda lo spreco di alimenti: 1.3 miliardi di tonnellate sprecate ogni anno, quattro volte la quantità necessaria per nutrire gli 800 milioni di persone denutrite nel mondo.

– Il secondo paradosso riguarda la quantità crescente di terreno agricolo riservato alla produzione di biocarburanti (40 milioni di ettari) e di mangime per animali (un terzo della produzione agricola mondiale), sottraendo terreni per una produzione di materie prime sufficiente ad alimentare le popolazioni denutrite, causa di speculazioni finanziarie e di aumento dei prezzi dei prodotti alimentari.

– Il terzo paradosso riguarda il fatto che, di fronte a 800 milioni di persone denutrite, ve ne sono due miliardi obese o sovrappeso, causa di malattie e mortalità in entrambi i casi.

Rimediare alle cause che stanno alla base dei paradossi sopra enunciati richiede uno sforzo enorme nei campi dell’educazione alimentare, delle abitudini e stili di vita, della produzione agricola, della gestione delle risorse alimentari, dell’energia e dell’acqua, della conservazione dell’ambiente naturale e della difesa dell’agrobiodiversità, dell’economia e della finanza collegate al settore. E’ evidente che Governi e politica hanno una grande responsabilità nell’affrontare e cercare di risolvere questi problemi da cui dipende il benessere dell’attuale e delle future generazioni.

Il Protocollo di Kyoto sull’energia è stato un sostanziale fallimento. Sottoscritto il 7 dicembre 1997 da oltre 160 paesi partecipanti alla terza sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione sui cambiamenti climatici (UNFCCC), il Protocollo di Kyoto ha impegnato i Paesi industrializzati ed i Paesi con economia in transizione a ridurre del 5,2%, rispetto ai livelli del 1990, le emissioni di gas in grado di alterare l’effetto serra del Pianeta entro il 2012. Solo la UE è riuscita a diminuire sostanzialmente le sue emissioni di gas serra. La mancata adesione o applicazione del protocollo da parte dei più importanti paesi inquinatori (Stati Uniti, Cina, India etc.) ha impedito la diminuzione delle emissioni globali in atmosfera previste dal protocollo, emissioni che sono aumentate del 41% fino agli attuali 32 miliardi di tonnellate all’anno.

Oltre che per nutrire il pianeta, l’agricoltura ha grandi responsabilità per la salvaguardia degli ecosistemi naturali e dei servizi da essi forniti e per il cambiamento climatico, dato che è responsabile di un terzo delle emissioni clima-alteranti. La Carta di Milano sarà una sfida rivolta a tutti i paesi che avranno la volontà di raccoglierla. E’ una sfida che non ci si può permettere di perdere.

Senza indulgere al catastrofismo, ma considerando i problemi nella loro gravità, sembra proprio che per la fine di quest’anno 2015 saranno in discussione all’ONU temi fondamentali e decisioni da cui dipenderà il futuro dell’umanità: gli obiettivi del "Millennium Goals" dell’ONU a novembre che verteranno sullo sviluppo sostenibile, ai quali la Carta dell’Expo di Milano fornirà un contributo fondamentale, e la COP21 di Parigi a dicembre sui cambiamenti climatici.

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