Carrozza affronti il tema della valutazione

Le linee programmatiche che il ministro Carrozza ha presentato alle commissioni istruzione di Camera e Senato hanno ottenuto un generale apprezzamento, anche se qualcuno le ha giudicate un po’ ambiziose. Sono di grande respiro, ispirate da una forte tensione etica e istituzionale e da una concreta consapevolezza delle criticità che attraversano il mondo della scuola e dell’università.

Non c’è tutto in quelle linee programmatiche; anzi, ci sono alcuni vuoti significativi che attendono di essere colmati, forse, in successivi momenti. Per esempio, c’è un silenzio, carico di aspettative, sul problema della valutazione degli alunni che proprio in questi giorni è di forte attualità per la concomitanza degli esami di Stato al termine del primo e del secondo ciclo.

Sulla prova nazionale predisposta dall’Invalsi per l’esame di licenza e per l’ipotesi di prevederne una del genere prossimamente anche per l’esame di Stato il ministro Carrozza ha esternato alla stampa alcune prime considerazioni.

C’è da chiarire, come Tuttoscuola sostiene da un po’ di tempo, se le prove nazionali inserite all’interno degli esami siano invasive o meno della funzione valutativa dei commissari d’esame, e se, quindi, sia opportuno separarle dall’esame e ricondurle a prove di rilevazione degli apprendimenti come già avviene per le classi intermedie.

C’è da affrontare, una volta per tutte, la funzione dell’esame di Stato e la sua validità (messa in discussione in questi giorni dal bonus per l’ammissione all’università).

C’è da mettere mano al Regolamento sulla valutazione degli alunni (dpr 122/2009) nato con alcune criticità e già superato da nuovi eventi normativi.

Ripensare, insomma, l’intero sistema valutativo potrebbe essere quanto mai opportuno.