C’è bisogno di un sistema per uniformare le valutazioni…

La questione dell’uniformità delle valutazioni è al centro dell’intervento della nostra lettrice Adriana Krebs, la cui email volentieri pubblichiamo.

Questo è invece il precedente spunto di discussione.

Invitiamo gli altri lettori a inviarci le loro opinioni sul tema (o su altri temi nuovi da proporre), scrivendoci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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Sono una maestra di scuola primaria, non laureata. Appartengo a una generazione che ha studiato duramente - è il caso di dirlo – su banchi di legno, imparando a scrivere con penna e calamaio, ma è passata alla videoscrittura e ad internet senza alcuna difficoltà.

Non credo nell’attuale sistema valutativo, per me ha poca utilità.

Da studentessa ho subito molti esami selettivi, ricevendo voti in decimi e giudizi in parola; da insegnante mi sono stati imposti i più eterogenei sistemi di valutazione degli alunni, fra i quali il più assurdo era forse il giudizio in lettere (dalla A alla E) che nessuno capiva, men che meno i genitori.

I voti da noi non sono mai stati equi; il metro di misurazione è sempre stato elastico, variando moltissimo da un insegnante all’altro anche nell’ambito della stessa scuola. Ad esempio, ricordo che la mia maestra elementare per principio non dava mai voti superiori all’otto, mentre quella di mia sorella elargiva con facilità il dieci in tutte le materie! Al ginnasio, il mio professore d’italiano usava i giudizi in parola, mentre quello di latino e greco preferiva i decimi, partendo dall’uno…così poteva capitare che che uno studente in una certa classe o sezione spuntasse appena la media del sei, mentre in un’altra un ragazzo di pari merito ottenesse quella del sette o dell’otto. Il sistema di valutazione nel nostro paese era poco scientifico, perché veniva affidato alle opinioni personali (se non alle simpatie) dei docenti.

Non che adesso le cose vadano meglio, però! Cambiare semplicemente i giudizi verbali in voti decimali non ha molto senso. I ragazzi capiscono benissimo cosa significa un quattro: non vedo quale sia il trauma rispetto a un “insufficiente” (anzi, un NON SUFFICIENTE che alla mia maestra avrebbe provocato la pelle d’oca). Il problema secondo me non è nel decidere se usare i decimi o le lettere, ma piuttosto COME e QUANDO usare questi benedetti voti, o forse dovrei dire SE  dobbiamo ancora continuare ad usarli… Il punto è che manca la trasparenza e il controllo da parte di un’autorità superiore, ma prima ancora un’adeguata preparazione di tutti noi docenti sull’argomento.

Credo che se ci fossero date prove standard a livello nazionale per le verifiche periodiche, con la possibilità di personalizzare i test in base alle capacità degli alunni, potremmo fare già qualche passo avanti. Il giudizio complessivo di uno studente, però, non può essere basato solo su test scritti e lì nascono le maggiori complicazioni. Siamo sicuri che il dieci dato a un ragazzo non sia legato alla simpatia e al rispetto che nutriamo verso i suoi genitori? o alla nostra cattiva coscienza che ci rende di manica larga per non avere guai con certe famiglie? o ancora, all’andazzo generale per cui,  se la collega mette dieci, noi non possiamo dare meno di lei?

Per me sarebbe meglio abolire del tutto i giudizi e sostituirli con prove oggettive, ben documentate, dei progressi raggiunti dai ragazzi; prove valutate in decimi senza lasciare adito a personalismi pericolosi, accompagnate da un resoconto generale delle attività svolte, dell’adesione e del comportamento dei singoli alunni, ma senza voler stigmatizzare nessuno. Insomma, nessun docente dovrebbe definire un alunno “caratteriale, aggressivo, indolente, d’intelligenza normale, di capacità nella media, di grande intelligenza, affettuoso, socievole, poco socievole, introverso” come qualche volta mi è capitato di leggere su alcune schede di scuola primaria. Chissà, crescendo gli alunni “caratteriali” e “immaturi” con la media del sei potrebbero sorprenderci perché pieni di grinta e di volontà nel loro lavoro, mentre i “ben inseriti, affettuosi e disponibili” con la media del nove potrebbero raggiungere scarsi risultati professionali…a voi non risulta possibile?

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