Forse la scuola di Brusciano (Napoli), indicata da un comunicato del responsabile scuola e welfare del PD, on. Davide Faraone, non meritava di essere messa al centro delle cronache per la presenza di quattro disabili in una stessa classe e per il rischio (tutto ipotetico) di dar vita prossimamente ad una classe differenziata (separata da quella dei normodotati) nel caso in cui non venga sdoppiata l’attuale classe con i suoi 22 alunni (tra cui i 4 disabili).
Ma quell’altolà al risorgere delle classi differenziali, soppresse ad ogni effetto da quasi 40 anni, ha il merito di richiamare l’attenzione sui modi con cui nelle nostre scuole si attua l’effettiva integrazione degli alunni con disabilità e sulla funzione di reale e funzionale sostegno nei loro confronti che i docenti specializzati sono chiamati a mettere in atto.
I ragazzi con disabilità vivono sempre con i loro compagni di classe e hanno una concreta relazione con loro, quale prima condizione per l’integrazione?
Il docente di sostegno vive nella classe e conosce gli altri alunni per favorire l’integrazione dell’alunno disabile assegnato?
Per assicurare questa presenza in classe del docente di sostegno, la legge 104/92 ha previsto che il docente di sostegno partecipa a pieno titolo alla valutazione di tutti gli alunni della classe (non solo quindi per il solo alunno disabile affidato). Valuta tutti: una ragione ci sarà.
A scanso di equivoci Davide Faraone, responsabile scuola e welfare del Pd, invita a denunciare “alla nostra mail (welfare@partitodemocratico.it), la formazione di classi differenziali per disabili in Italia. La scuola italiana è la scuola dell’inclusione, non della ‘deportazione’“.
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