Bastico: oltre la riforma Berlinguatti

Per la verità il neologismo ‘Berlinguatti’ – derivante dalla fusione dei cognomi dei ministri (Berlinguer e Moratti) che hanno dato il nome alle ultime due, incomplete riforme della scuola – lo ha proposto il prof. Cipriani, preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’università Roma 3, ma non c’è dubbio che usando questa bizzarra espressione egli abbia ben sintetizzato una preoccupazione del viceministro Mariangela Bastico, che ha aperto con un ampio intervento l’atteso convegno, promosso dalla citata Facoltà a Roma nella giornata del 24 gennaio. “Occorre andare oltre la logica che ha ispirato entrambe le riforme“, ha sostenuto Bastico, una logica verticistica, centrata sugli aspetti giuridico-istituzionali, sui percorsi, sui contenitori.

A questa logica, ripetutamente fallita, occorre sostituirne un’altra, fondata sulla processualità e sulla partecipazione delle scuole autonome, sulla flessibilità dei percorsi, sul primato dei risultati e dei punti d’arrivo rispetto agli itinerari compiuti per raggiungerli.

La Bastico non si è scoperta sulle soluzioni tecniche da dare ai problemi di fondo: la riorganizzazione del biennio 14-16 anni, il rilancio dell’area tecnico-professionale, il superamento dell’impianto duale della riforma Moratti, ma ha ricordato che con la Finanziaria è stato assunto l’impegno ad affrontare questi problemi in tempi certi, e con modalità che facciano nascere l’innovazione dal basso, in forme flessibili, sperimentali, partecipate. E con pochissimi vincoli di sistema: l’obbligo di istruzione (non “scolastico“, ha riconosciuto la Bastico) fino a 16 anni, il rilancio della filiera tecnico-professionale, la lotta alla dispersione nel quadro della life-long learning “per una scuola che non lasci indietro nessuno“, ha concluso il viceministro tra vivi applausi.

Su alcuni passaggi dell’interessante dibattito sviluppatosi dopo l’intervento di Margiangela Bastico torneremo nella newsletter di lunedì 29 gennaio.