Bastico: ‘Il Governo fa a fette il federalismo e dirotta risorse verso la scuola privata’

Dopo della minaccia delle Regioni di non partecipare alla Conferenza Unificata, se il Governo non ritirerà l’articolo 3 del decreto legge 154, che prevede il commissariamento delle regioni inadempienti sul ridimensionamento degli istituti scolastici, cui è seguito lo slittamento della Conferenza Unificata, si segnalano le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, del presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, e di Mariangela Bastico, ministro per gli Affari regionali del governo ombra.

La prima ha precisato che esiste “un decreto del presidente della Repubblica del ’98 che parla di parametri che vanno a dimensionare gli istituti scolastici che però in 10 anni non sono stati mai rispettati“. “Comprendo – ha continuato il ministro – la posizione legittima delle Regioni ma comprendo e condivido anche la posizione del ministro Tremonti che si domanda come utilizzare meglio i soldi dei contribuenti“.

Dal canto suo, Errani ha riconosciuto l’impegno del ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, per “mantenere aperto il dialogo” con le Regioni.

Più articolate le dichiarazioni della Bastico: “Il governo sbandiera tanto di federalismo, ma alla prova dei fatti nega le più elementari competenze delle Regioni e degli enti locali. La scure del ministro Gelmini ne è una lampante dimostrazione facendo a fette il concetto stesso di autonomia. Il giudizio fortemente negativo espresso oggi dalle Regioni è la giusta reazione ad un ingiusta norma di commissariamento“.

Per la Bastico, l’articolo che prevede il commissariamento delle Regioni che non taglieranno la rete scolastica “costituisce un intollerabile atto di ingerenza istituzionale: invade, definendo con decretazione d’urgenza modalità e tempi, tra l’altro impraticabili, competenze esclusivamente regionali. Scarica, inoltre, enormi costi sociali ed economici sulle famiglie e sui Comuni, in particolare i più piccoli e quelli delle zone montane. Un altro pessimo esempio di come il Governo Berlusconi predica e sbandiera il federalismo, mentre pratica un forte centralismo, comprimendo autonomie e competenze degli Enti Locali“.

Infine, la parlamentare del Partito Democratico spiega che “in Italia, secondo il piano Gelmini sono (…) a rischio 2590 autonomie scolastiche su 10.800 con meno di 500 alunni. Si tratta in via prevalente di scuole del primo ciclo collocate in Comuni montani o isolati; o di scuole superiori che costituiscono polo di riferimento per ambiti territoriali abbastanza vasti. Se approvata, questa norma scardina l’idea di scuola come istituzione capillarmente diffusa e radicata nel territorio, luogo di identità, di educazione e di futuro“. Privare una comunità della scuola – conclude il ministro ombra – che spesso costituisce l’unico presidio pubblico nel territorio è una scelta assai grave che intende cambiare la natura stessa della scuola come istituzione, per trasformarla in un servizio a domanda individuale, offerto indifferentemente dallo Stato o da soggetti privati: “Il Ministro Gelmini ha dichiarato (…) che parte delle risorse risparmiate nella scuola pubblica saranno utilizzate per sostenere la libera scelta delle famiglie per la scuola privata“.