Autonomia differenziata: sindacati contrari. Valditara: ‘Non è all’ordine del giorno, ci sono altre priorità’

Autonomia differenziata, i sindacati dicono no. Nei prossimi giorni il ministro per gli affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, presenterà alle Regioni un testo per l’autonomia differenziata, ma il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, insieme ai sindacati della scuola FLC Cgil, Cisl Scuola, UIL Scuola RUA, Snals Confsal e Gilda Unams, avvia una raccolta di firme per la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare “Modifica dell’articolo 116 comma 3 della Costituzione, concernente il riconoscimento alle Regioni di forme e condizioni particolari di autonomia, e dell’art. 117, commi 1, 2 e 3, con l’introduzione di una clausola di supremazia della legge statale, e lo spostamento di alcune materie di potestà legislativa concorrente alla potestà legislativa esclusiva dello Stato”, il cui testo viene illustrato nel corso di una conferenza stampa che si terrà a Roma, Hotel Nazionale (Piazza Monte Citorio) oggi, mercoledì 9 novembre. Sulla questione il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, frena: per il momento non sarebbe al centro del processo portato avanti dal Governo.

Dopo l’incontro di mercoledì scorso con i Presidenti di Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, il governo sembra però tirare dritto. Si va verso una legge di attuazione entro fine anno sulla possibilità di chiedere il decentramento di tutte le materie previste, compresa l’istruzione.  La bozza del disegno di legge “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione” risulta completa, in questa nuova formulazione, con alcune modifiche rispetto alla bozza elaborata dal ministro Maria Stella Gelmini nell’aprile 2022. E all’articolo 3 si parla anche di scuola. Si legge:

Nelle materie di cui all’articolo 117, norme generali sull’istruzione, tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali, della Costituzione e nelle materie della tutela e sicurezza sul lavoro, dell’istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale, e della tutela della salute, (…) il trasferimento delle competenze legislative o delle funzioni amministrative e delle risorse corrispondenti ha luogo a seguito della definizione dei relativi livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”.

Questo non significa che una Regione potrà modificare il programma didattico o svolgere attività di insegnamento, che rimane riservata allo Stato. Ciò su cui l’autonomia potrà incidere è l’organizzazione. L’obiettivo a cui mirano le Regioni è iniziare un anno scolastico con i docenti assegnati alle classi fin dal primo giorno. 

Ma i sindacati si dicono fermamente contrari “al disegno di ‘autonomia differenziata’, inizialmente avanzato dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna e rilanciato dalla attuale maggioranza di governo. Tale progetto, invece di consolidare il carattere unitario e nazionale, ad esempio del sistema pubblico di istruzione, rafforzando la capacità di risposta dello Stato di cui si è avvertita l’estrema necessità durante la recente pandemia, ripropone un’ulteriore frammentazione degli interventi indebolendo l’unità del Paese, col rischio di aumentare le disuguaglianze senza garantire la tutela dei diritti per tutti i cittadini e ampliando i divari territoriali“, si legge nel comunicato unitario.

“La nostra proposta di legge – continuano i sindacati – prevede in primo luogo la modifica dell’art. 116 della Costituzione ponendo un vincolo alla richiesta di autonomia, che può essere concessa solo se ‘giustificata dalla specificità del territorio’. Inoltre, viene esclusa la possibilità di una generica Legge quadro in ambito nazionale che lasci sostanzialmente campo libero a intese tra Stato e singole Regioni. Al fine di elevare il livello della partecipazione democratica, si prevede inoltre che possa essere richiesto un referendum popolare approvativo della legge attributiva dell’autonomia prima della sua entrata in vigore, ed eventualmente un referendum abrogativo in tempi successivi. Sulla potestà legislativa viene modificato l’articolo 117 della Costituzione specificando che sanità, istruzione ed infrastrutture devono restare di competenza esclusiva dello Stato. Infine viene introdotta la clausola di supremazia dello Stato per garantire “l’unità giuridica ed economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale”.

La raccolta di firme partirà nei prossimi giorni attraverso una piattaforma digitale e anche tramite moduli cartacei.

Intanto, secondo quanto riportato da Il Mattino, il ministro Valditara frena: l’autonomia differenziata non sarebbe all’ordine del giorno.In questo momento – ha detto il Ministro – ci sono cose più importanti: il dimensionamento scolastico, l’orientamento, il rinnovo del contratto”.

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