Authority anti-fannulloni: funzionerebbe nella scuola?

L’autorevole giuslavorista ed editorialista del “Corriere della Sera” Pietro Ichino, già dirigente e consulente della CGIL, ha nuovamente animato il dibattito sulla qualità del lavoro nelle pubbliche amministrazioni insistendo sulla necessità di collegare gli aumenti retributivi al miglioramento della produttività nei vari comparti, e a parametri meritocratici per quanto riguarda le prestazioni individuali.

Egli ha anche annunciato la prossima presentazione al Governo e ai sindacati di un progetto di legge per l’istituzione di una apposita “Authority per il merito”, che un gruppo di giuristi e di esperti sta già mettendo a punto.

E siccome qualche settimana fa, in un altro articolo che ha fatto discutere, il prof. Ichino aveva scelto la figura di un professore fannullone come esempio di scarsa qualità e di demerito da punire, c’è da ritenere che la citata Authority dovrebbe avere competenze anche per quanto riguarda la scuola e le prestazioni dei suoi operatori. Materia, com’è noto, incandescente. C’è dunque una viva e giustificata attesa per il progetto preannunciato da Ichino.

Scettico, anzi decisamente contrario all’idea di costituire una Authority si è però dichiarato il ministro della Funzione Pubblica Luigi Nicolais, forse perché impegnato proprio in questi giorni a definire con i sindacati un “patto per il pubblico impiego” che dovrebbe affrontare per via contrattuale anche le materie che Ichino vorrebbe affidare alla Authority. “Ci possono essere però sistemi per la valutazione della customer satisfaction“, ha detto. Vuol dire che toccherebbe ai genitori e agli studenti (e magari all’università e al mondo del lavoro), che sono i “customer” della scuola, valutare insegnanti e dirigenti scolastici?