Attesa per la pronuncia della Corte Costituzionale sul piano di dimensionamento delle scuole

Il decreto Gelmini sui criteri di ridimensionamento degli istituti scolastici è all’esame della Corte Costituzionale.

Il ricorso di otto regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia, Campania, Basilicata e Sicilia) sarà discusso domani in udienza pubblica dinanzi ai giudici costituzionali che poi si ritireranno in camera di consiglio per una decisione attesa in settimana.

Le otto regioni (in origini dieci, ma Abruzzo e Calabria hanno rinunciato al conflitto), chiedono ai giudici di dichiarare illegittime le norme sui ‘tagli’ alle scuole contenute nell’ art. 64 del decreto sullo sviluppo economico.

La Corte è chiamata innanzitutto a decidere su un’istanza di sospensione delle norme impugnate presentata dalla Regione Piemonte che paventa un “rischio grave e irreparabile dell’interesse pubblico o per i diritti dei cittadini”. Nel merito la Consulta stabilirà se sono fondati i motivi per cui le otto regioni hanno impugnato i ‘tagli’ previsti dal decreto Gelmini.

Innanzitutto il governo viene accusato di aver violato il principio di leale collaborazione non avendo cercato la previa intesa con la Conferenza unificata Stato-Regioni, da ritenersi necessaria perché l’istruzione, in base alla riforma del titolo V della Costituzione (art.117), è una materia di competenza concorrente.