Aprea a tutto campo. Però…

Valentina Aprea, recentemente eletta presidente della commissione Cultura della Camera, è la prima e unica firmataria di una proposta di legge ad ampio raggio che spazia dall’autogoverno delle istituzioni scolastiche alla libertà di scelta educativa delle famiglie per terminare con la riforma dello stato giuridico del personale docente.

La proposta reca la data del 12 maggio, dieci giorni prima che la parlamentare del PDL fosse eletta alla presidenza della commissione, ed esprime posizioni molto nette e innovative in materia di sussidiarietà e autonomia delle scuole, governate da consigli di amministrazione aperti a esperti e rappresentanti del territorio, finanziate su base capitaria (cioè in base al numero di allievi), e con possibilità di costituirsi in Fondazioni, dotate di un ancora più elevato grado di autonomia e responsabilità.

In materia di personale il progetto di Valentina Aprea prevede che la formazione iniziale dei docenti si svolga all’interno dei percorsi universitari e che gli aspiranti docenti neolaureati e abilitati, inseriti in appositi albi regionali, possano sottoscrivere contratti a tempo determinato di “inserimento formativo al lavoro” nelle scuole, individuate in accordo con l’Ufficio scolastico regionale. A regime il reclutamento avverrebbe tramite concorsi “almeno triennali” banditi dai singoli istituti.

La professione docente si articola in tre distinti livelli (docente iniziale, ordinario ed esperto), cui corrispondono distinti riconoscimenti giuridici ed economici. Il numero dei posti di docente ordinario e esperto è stabilito annualmente dal MIUR, in concerto con il Ministero dell’Economia. Il progetto prevede anche l’istituzione della figura del vice dirigente scolastico, qualifica alla quale si accede mediante concorso per titoli ed esami. Viene valorizzato l’associazionismo professionale, anche a livello di singola scuola, mentre a questo livello si prevede la soppressione delle RSU.

Molti sono i punti della proposta destinati a suscitare la contrarietà dei sindacati (già la CISL scuola ha mosso forti critiche al testo) e dell’opposizione parlamentare. Ma è probabile che la Aprea, che dopo la sua elezione a presidente della commissione ha fatto dichiarazioni misurate e di sapore quasi bipartisan, abbia voluto fissare alcuni punti di principio, quasi di bandiera, dai quali partire per avviare un confronto e una trattativa.