Antiseri controcorrente: serve più teoria

Il dibattito sulla riforma dell’università prosegue sui maggiori quotidiani (oltre che nella galassia di internet, soprattutto ad opera di ricercatori e giovani precari) con una intensità che trova pochi precedenti in Italia. Ne fa le spese, insieme al modello 3+2, l’idea che l’università debba (e possa) svolgere una funzione di preparazione professionale, sia pure a banda larga, ponendosi in rapporto con il mondo del lavoro, magari attraverso la presenza nei Consigli di Amministrazione di rappresentanti delle imprese, oltre che degli stakeholders locali.

Contro questa prospettiva si schiera senza riserve il filosofo cattolico liberale Dario Antiseri (che è anche membro del Comitato scientifico di Tuttoscuola) in un intervento pubblicato sul Corriere della Sera di domenica 25 luglio. “Nulla vi è di più pratico che una buona teoria“, sostiene Antiseri citando il filosofo tedesco Hans Albert ma anche scienziati come Pasteur e un premio Nobel diventato direttore dei laboratori della General Electric Company. Sia nell’ambito della formazione universitaria sia in quello della scuola secondaria superiore a orientamento professionale (il riferimento è agli istituti tecnici e professionali) i giovani devono a suo avviso “entrare in possesso di molta teoria“, perché le aziende “abbisognano sempre di più di gente che sappia cambiare mestiere e non di persone che escano dalla scuola avendo imparato un mestiere“.

La critica di Antiseri appare sintonizzata con la sempre più forte richiesta di un ritorno dell’università alla sua originaria vocazione accademica, magari accompagnato dalla creazione di un robusto percorso di formazione tecnica superiore applicata, parallelo ed esterno rispetto al sistema universitario. Interessante è anche l’accenno all’istruzione secondaria superiore, che appare critico verso la recente riforma degli istituti tecnici e professionali, ispirata da una Confindustria troppo incline a subordinare la formazione scolastica alle convenienze di breve periodo delle imprese, e poco attenta agli interessi di lungo periodo degli studenti, del sistema-Paese e della stesse imprese rappresentate.