Anticipi nella scuola dell’infanzia, ci sarà posto per tutti?

Dopo la minisperimentazione del 2002, la prima applicazione circoscritta alla sola scuola elementare, da quest’anno, dunque, gli anticipi diventano un fatto ordinario sia per la prima classe della scuola primaria sia per la scuola dell’infanzia (per quest’ultima resta sempre il carattere sperimentale dell’anticipo, come dice la legge).

Gli alunni in anticipo nella primaria l’anno scorso furono 26-27 mila circa (il 32% dei bambini in età di anticipo): quest’anno se ne possono prevedere 40-45 mila (al Miur non si sbilanciano in previsioni). Ma per l’infanzia, quanti potranno essere?

L’Istat non ha acquisito ufficialmente i dati sui nati del 2002, ma ha effettuato stime attendibili che prevedono, come dato medio, 557 mila bambini nati nell’anno.

I nati nei mesi di gennaio e febbraio 2002, interessati dunque all’anticipo di iscrizione all’infanzia già per il prossimo anno sono dunque 93 mila circa.

Considerato che la scuola statale dell’infanzia scolarizza circa il 60% dei bambini, sono circa 55 mila i potenziali anticipatari per la scuola dell’infanzia statale.

La “fame” di servizi per l’infanzia, la carenza di asili nido sul territorio nazionale (quelli esistenti non accolgono più del 10% del fabbisogno), la convenienza economica di frequenza della scuola rispetto all’asilo nido (dove le rette mensili viaggiano sui 300-400 euro al mese), potrebbero spingere molte famiglie a chiedere l’anticipo di iscrizione alla scuola statale dell’infanzia.

Se la metà degli interessati chiedesse l’anticipo, vi sarebbero 27-28 mila domande che in minima parte potrebbero essere accolte nelle sezioni esistenti, mentre per le altre si dovrebbe procedere alla costituzione di nuove sezioni. Ne servirebbero almeno un migliaio. Troppo per le casse dello Stato e per quelle dei Comuni. Ci si dovrà limitare ad accogliere molto molto meno.