Anno 2011-2012/1. Decollo tra le immancabili polemiche

Il panorama offerto dalla scuola italiana all’inizio del nuovo anno scolastico è variegato, come documentano le cronache dei quotidiani e degli altri media, che alla scuola hanno dedicato più dello spazio tradizionalmente dedicato alla riapertura delle aule.

I media politicamente più schierati ne hanno dato, per la verità, una rappresentazione che è sembrata monocromatica: a tinte drammaticamente fosche da parte dei critici dell’attuale governo, a colori se non rosa quanto meno delicati da parte dei sostenitori.

Sulla rappresentazione della condizione della scuola ha pesato fortemente lo spazio dedicato alle questioni del personale, da porre in relazione con le conseguenze delle varie manovre finanziarie: i tagli di organico, il futuro dimensionamento delle scuole (con la perdita dell’autonomia per molte di esse), l’aumento degli indici di affollamento delle classi hanno reso ancora più drammatica la situazione dei precari: non tanto di quelli storici inseriti nelle graduatorie, ma di quelli meno strutturati, i supplenti temporanei con nomina delle scuole, che vedono in pratica quasi azzerate le loro opportunità di lavoro.

Tutto ciò, insieme alle consuete denunce per la carenze strutturali degli edifici e per lo sfondamento dei tetti di spesa per i libri di testo, ha dato l’impressione, attraverso la lettura dei giornali, di un inizio d’anno difficile, tormentato, che ha finito per offuscarne gli aspetti positivi, che pure non mancano: l’immissione in ruolo di ben 67.000 unità di personale – operazione non facile nell’attuale contesto economico – il funzionamento accettabile della macchina amministrativa regionale, la capacità delle scuole e dei loro dirigenti di organizzare il servizio fronteggiando le tante piccole e grandi difficoltà che sopravvengono ad ogni inizio d’anno.