Ancora sulla differenza tra verifica e valutazione

La riflessione di Gabriella Villa, produce due reazioni, una di contrarietà, da parte del nostro lettore Carlo Eltini, e una seconda di condivisione, da parte di Mikiz, i cui interventi volentieri pubblichiamo, uno di seguito all’altro.

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Un commento sull’intervento della dottoressa Gabriella Villa sulla valutazione.

La distinzione tra verifica e valutazione mi sembra poco utile. Anzitutto perché il primo termine rimanda al concetto di verità (chi ce l’ha in tasca, su argomenti del genere, alzi la mano); in secondo luogo perché la dottoressa Villa accoppia al concetto di verifica quello di misurazione.

Misurare significa disporre di un’unità di misura: un metro, un grammo, un minuto, ecc. Nessuno ha mai preteso che la valutazione di aspetti o proprietà dell’attività scolastica disponga di unità di misura. Si tratta piuttosto di stabilire gli obiettivi ritenuti più importanti da valutare (il che comporta un giudizio di valore); di individuare degli indicatori di alcune delle proprietà degli stessi; di fornire una definizione operativa di ciascun indicatore; di rilevare infine empiricamente informazioni e dati su un certo numero di casi.

Un esempio? Obiettivo della valutazione: accertare il grado di competenze linguistiche, matematiche, scientifiche acquisite da ciascun giovane di una certa età che frequenta un istituto scolastico. Indicatori definiti operativamente: un insieme di prove linguistiche, matematiche scientifiche formulate in forma scritta, testate più volte prima di essere somministrate a un campione casuale o ad una popolazione di alunni.

Niente di nuovo: è la procedura seguita dalla ricerca comparata PISA dell’OCSE, che si svolge ormai ogni tre anni dal 2001.

Questa ricerca non piace? Splendido! Chiunque può proporne un’altra più approfondita ed utile. Se volesse fornire un contributo alla discussione, la dottoressa Villa dovrebbe indicare obiettivi che meritino di essere valutati – e loro indicatori – e lasciar da parte espressioni generiche come “ben più ampia”, tutta una serie di o strumenti come le “griglie numeriche”, che sanno più di rosticceria che di scuola.

Carlo Eltini – Lecco

Leggendo mi sono ritrovato perfettamente nella distinzione che viene fatta tra verifica/misurazione e valutazione.

Da anni porto avanti questo discorso ma le resistenze dei docenti sono molto forti. Sono riuscito solo in parte ad eliminare i mezzi voti, concedendo solo il cinque e mezzo allo scrutinio. Io penso e suggerisco che la soluzione dovrebbe venire dall’alto, perché non è più sopportabile che nei consigli ci si ritrovi con dei mezzi voti che sono la media matematica delle verifiche. Qui veramente la scuola fa acqua.

Io questo lo verifico dal registro elettronico, dove vengono inseriti settimanalmente i voti delle verifiche.

Si potrebbe tentare di fare dei corsi di formazione.

Cordiali saluti, Mikiz

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