Ancora pochi i giovani diplomati in Italia

Il neo-governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha messo in evidenza, come già aveva fatto prima di lui il predecessore Mario Draghi, che la conoscenza è un volano dello sviluppo, e che l’Italia, purtroppo, ha una percentuale di diplomati tra i 20 e il 64 anni ben al di sotto della media Ocse.

Si tratta di una situazione nota, ma che non di meno deve far riflettere e che richiede all’Italia uno sforzo decisivo per risalire la china e investire di più in conoscenza.

A dire il vero ci sembra improbo un recupero che riguardi i milioni di italiani in fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni, perché ormai… chi ha dato ha dato.

Eurostat, molto opportunamente, ha circoscritto da alcuni anni la rilevazione dei diplomati alla fascia di età tra i 20 e i 24 anni, per valutare l’andamento dei vari Paesi verso l’obiettivo di Lisbona per il 2020, fissato all’85% di diplomati della popolazione di quella età.

Per l’Italia la situazione rilevata resta lo stesso precaria, ma, quanto meno, circoscrive l’ambito di intervento per le politiche scolastiche di investimento ad una fascia di età più precisa.

Nel 2000, primo anno di avvio della rilevazione in funzione degli obiettivi di Lisbona, l’Italia aveva soltanto il 69,4% di diplomati tra i 20 e i 24 anni di età: tre su dieci non avevano un diploma.

La media europea era più alta, 76,6% e l’obiettivo dell’85% molto lontano.

Nel 2008 la percentuale di diplomati di casa nostra è salita al 76,5% e nel 2009, secondo l’ultima rilevazione pubblicata, si è attestata al 76,3% (con una leggera flessione). Nel frattempo la media europea, alla quale ci si era avvicinati, è arrivata al 78,6%, oltre due punti sopra l’Italia.

Hanno raggiunto e superato l’obiettivo dell’85% (o stanno per raggiungerlo) quasi tutti i Paesi dell’est europeo, mentre diversi Paesi del Centro Europa sono sopra la media UE.

Peggio dell’Italia la Germania 73,7%, la Spagna 59,9% e il Portogallo 55,5%, mentre la Francia, con l’83,6% sta per centrare l’obiettivo.

Quali le cause di questo gap?