Ancora dubbi sullora di 60 minuti
Un anno fa, all’avvio delle riforme Gelmini, è emersa la questione dell’ora di 60 minuti per la quale lo stesso ministro aveva più volte dichiarato di volere fare chiarezza a cominciare dal divieto di farne oggetto di sconto sugli obblighi di servizio degli insegnanti.
In effetti, al di là delle dichiarazioni di prammatica, i regolamenti delle nuove superiori, attualmente in via di definizione, non fanno alcun cenno della questione, lasciando intendere, forse, che con i nuovi quadri orario (di entità notevolmente più ridotta di quelli del passato) il problema si risolverà da solo, in quanto verranno a mancare le cause di forza maggiore (trasporti, mense, ecc.) che nel vecchio ordinamento giustificavano la riduzione oraria per contenere le lezioni nel solo arco del mattino.
Questo è vero in linea generale per molti istituti riformati, ma non è generalizzabile per tutti; per le future classi del secondo biennio potrebbe essere necessario, tra qualche anno, affrontare il problema dell’ora di 60 minuti per evitare rientri pomeridiani.
Vi saranno ancora, comunque, l’anno prossimo molte classi organizzate a vecchio ordinamento (soprattutto le diverse classi sperimentali) con orario teorico di 34-36 ore, per il quale, come avvenuto fino ad ora, potrebbe essere necessaria la riduzione delle ore di lezione in periodi inferiori ai 60 minuti. Si troveranno, così, a convivere all’interno del medesimo istituto orari nuovi e vecchi, differenziati dal ricorso obbligato (per i vecchi) alla riduzione dell’ora canonica di 60 minuti.
Si tratta di una complicazione organizzativa che, a quanto pare, sta creando qualche problema. In molte scuole, inoltre, il divieto annunciato di ridurre l’ora di 60 minuti sta creando qualche affanno per l’obiettiva difficoltà di far quadrare i conti, combinando il vecchio con il nuovo ordinamento.
Ci sono comunque due varianti di non poco conto: il contratto scuola, se non verrà modificato, consente tuttora ai docenti di non recuperare le ore non prestate. Inoltre permane, pienamente vigente, la norma dell’autonomia scolastica (art. 4 del Dpr 275/1999) che consente alle scuole di ridurre le ore di lezione, salvo l’obbligo per alunni e docenti, di recuperare con varie attività il tempo risparmiato.
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