Anci sulla sperimentazione di ieri e su quella di domani

La commissione scuola dell’Anci, nell’esaminare i problemi connessi con l’avvio del prossimo anno scolastico, è entrata nel merito anche dei provvedimenti relativi alla sperimentazione e all’attuazione della legge 53/2003.

Ha criticato il metodo con il quale è stata seguita e valutata la sperimentazione 2002/2003 “esprimendo il proprio disappunto per la superficialità con la quale è stata trattata sia l’esperienza sperimentale sia la relazione interistituzionale” avviata attorno alla stessa, quasi che il fine di entrambe fosse non dentro il sistema dell’istruzione ma all’esterno, per evitare le difficoltà sui nodi veri della riforma, la cui discussione non può più essere rinviata.

L’Anci si spinge, infine, in un affondo sulla bozza di decreto discusso il 15 luglio dal CNPI, affermando che lo stesso “altro non possa determinare che una nuova sperimentazione alla quale gli organi collegiali della scuola potranno decidere di aderire o meno”. Non potrà essere effettuata, prosegue il documento Anci, “alcuna attuazione, sia pure parziale o graduale, con provvedimenti diversi da quelli indicati nella legge quadro”. Da notare che l’Anci, a differenza del CNPI, non fa distinzione tra l’art. 1 del decreto (Piani di Studio) e l’art. 2 (inglese e informatica), comprendendo, nella sua critica di metodo, l’intero provvedimento.

Su una questione comunque l’Anci è esplicita: nuove sperimentazioni nella scuola primaria, oltre a prevedere le necessarie delibere degli organi collegiali delle scuole autonome, non potranno essere attivate senza preventivamente “sentire gli enti locali in relazione alle competenze loro attribuite e agli oneri posti a loro carico”.