ANCI all’attacco su scuola dell’infanzia e tempo pieno

I ritardi e le incertezze sull’attuazione della 53/2003 preoccupano, e non poco, anche i Comuni.

La Commissione scuola dell’Anci, riunitasi il 16 luglio, ha approvato un documento critico che mette il dito su alcune “piaghe” del faticoso percorso del programma del Ministro Moratti.

In primo piano, per l’Anci, la questione delle liste d’attesa nelle scuole materne statali.
I dati sono tali da prefigurare “una vera e propria emergenza”; situazione di fronte alla quale sarebbe vanificato il significato stesso della scelta di aprire la scuola agli alunni di due anni e mezzo, quando non ci sono posti per i tre-cinquenni.

L’Anci chiede con urgenza la definizione del piano di generalizzazione dell’offerta per l’infanzia che veda coinvolti gli enti locali, insieme ai gestori delle scuole paritarie, nella definizione dei criteri per la realizzazione della generalizzazione.

Al secondo posto la questione del tempo pieno.
L’Anci insiste per avere una chiara risposta al più volte avanzato quesito sulla prosecuzione, almeno nel modello orario, del servizio che attualmente viene offerto dalla scuola a tempo pieno ad una percentuale ben elevata di famiglie italiane (circa un quarto del totale).

Sui due temi che più stanno a cuore agli enti locali, il documento insiste esplicitamente non solo per il rischio di riduzione dei servizi agli utenti, ma anche per le pressioni che i comuni stanno subendo dai cittadini che reclamano un loro intervento che supplisca le carenze dell’intervento statale.

Oltre alle due questioni, il documento è critico sulla sperimentazione della riforma e sui rapporti, giudicati labili e discontinui, con il ministero.
Le relazioni tra Anci e Ministero hanno avuto momenti alterni. Se l’estate 2002 (con l’accordo sulla sperimentazione e sui criteri di qualità per l’attuazione dell’anticipo nella scuola dell’infanzia) ha visto uno dei momenti di maggiore intesa, questo documento segna, probabilmente, uno dei passaggi di maggiore tensione.