Anche gli istituti professionali potranno diventare licei

Le dichiarazioni del ministro Moratti del 15 maggio in Senato hanno offerto qualche indicazione in più sull’orientamento che il governo intende assumere in merito allo spinoso problema del destino degli istituti professionali di Stato e dei non pochi istituti tecnici ad indirizzo specialistico che insieme ai professionali dovrebbero essere trasferiti alla competenza delle Regioni. Il ministro ha voluto rassicurare le famiglie e i docenti di queste scuole, anche per bloccare i fenomeni di “fuga” da questi istituti, denunciati da varie fonti: non è detto che questi istituti passeranno in blocco alle Regioni. Anzi, ha detto il ministro, essi potrebbero diventare “licei”, rinunciando però ad ogni pretesa di conservare al diploma di maturità una valenza professionalizzante: chi frequenta un liceo deve sapere che in ogni caso dovrà frequentare almeno altri tre anni di università (o due di formazione tecnica superiore) per poter acquisire una qualifica.
Invece i percorsi professionali rilasceranno qualifiche e titoli a partire dal terzo anno di studi, incrementabili annualmente con altre qualifiche, e a conclusione di un ciclo di studi almeno quadriennale gli allievi potranno conseguire un diploma se dimostreranno di aver raggiunto i “livelli essenziali di prestazione” stabiliti dallo Stato, come prescritto dall’art. 117 della Costituzione, modificato dalla legge costituzionale n. 3/2001. Se vorranno iscriversi all’università, gli allievi dei corsi professionali dovranno frequentare un quinto anno a ciò finalizzato. Altrimenti potranno frequentare uno, due o tre anni di formazione tecnica superiore.