Allarme risorse/3. Gli effetti dei decreti taglia-spese

Più che le misure allo studio per la scuola, indicata come uno dei settori nel mirino della manovra bis annunciata dal ministro dell’economia Padoa Schioppa, impressiona la vastità dei “buchi” messa in evidenza da uno “spulcio” anche parziale di alcune voci di bilancio del Ministero della pubblica istruzione.
L’esame per l’anno finanziario 2006 rispetto all’anno finanziario 2005 (stanziamenti iniziali), dello stato di previsione della spesa di un centro di responsabilità amministrativo (Miur-Ufficio Scolastico Regionale) fa emergere che alcuni capitoli di spesa presentano aspetti di particolare criticità.
Il raffronto in termini percentuali documenta che la decurtazione della previsione oscilla tra il 38% in meno per l’acquisto di attrezzature e apparecchiature non informatiche, al 49% in meno per le spese per il reclutamento del personale dirigenziale della scuola, ivi comprese le spese della valutazione dei titoli, dei corsi di formazione e degli esami finali.
Per le spese di funzionamento delle istituzioni scolastiche dello stesso contesto regionale preso in considerazione si registra una decurtazione rispetto all’anno 2005 pari al 26% per le spese per le supplenze brevi del personale docente amministrativo e didattico, del 42% per le spese per la formazione, l’aggiornamento e il perfezionamento del personale docente.
Questa situazione viene da lontano. Negli anni 2002, 2004 e 2005 sono intervenuti i decreti taglia-spese che hanno significativamente ridimensionato gli stanziamenti correnti, con conseguente ricaduta negativa sul funzionamento delle istituzioni scolastiche.