Aimc. Per gli insegnanti sì all’equità e no al surplus di sacrifici

Il Ministro Gelmini, in avvio di mandato nel giugno 2008, affermò alla VII Commissione della Camera che “…questa legislatura deve vedere uno sforzo unanime nel far sì che gli stipendi degli insegnanti siano adeguati alla media Ocse!”. Lo ha ricordato in suo comunicato l’AIMC (Associazione dei maestri cattolici) che ha constatato, con profonda delusione, che invece ora si è passati da quell’impegno per “l’adeguamento dei più bassi stipendi dei Paesi Ocse all’ulteriore depauperamento: per i docenti, questa contraddizione è del tutto incomprensibile“.

È avvilente il constatare – precisa il comunicato – che, nella chiamata al sacrificio da parte dello Stato, sembra ulteriormente venir meno la considerazione della complessa funzione sociale e istituzionale degli insegnanti. Pesa, inoltre, il vedere che su altre tipologie di professionisti, con posizioni stipendiali più consistenti, la manovra governativa risulti, alla fine, meno pesante.

L’Aimc ricorda che la Costituzione, all’art. 53, prevede che “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.”

L’Associazione conviene che nella attuale drammatica situazione economica nella quale si chiedono sacrifici per tutti il personale della scuola, con senso di responsabilità, è disponibile a dare il proprio contributo per il risanamento del bilancio della Repubblica. Ma…

Ma quello che amareggia, però, è il rendersi conto – continua il comunicato citando anche i dati di Tuttoscuola – che al personale statale docente venga chiesto un surplus di sacrificio in un periodo già particolarmente difficile per la scuola italiana (v. tagli organici).

Equità, dunque, equità.

E l’Aimc chiede che il Parlamento e lo stesso Governo apportino sensibili modifiche affinché siano giusti e condivisibili, anche per il personale della scuola statale, i sacrifici richiesti a tutti.