Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Agli inglesi non serve studiare le lingue straniere?

Il panorama della scuola inglese è sempre più inquieto. Dopo le polemiche sulla caduta del livello qualitativo della preparazione registratasi negli esami di maturità (A level) di quest’anno (è stato chiesto il riesame di 20.000 votazioni), che ha concorso a spingere il ministro Estelle Morris a dimettersi, e dopo le controversie tra fautori e avversari della “zero tolerance” nei confronti degli studenti violenti, si è appreso nei giorni scorsi che un’indagine sull’insegnamento delle lingue straniere nelle scuole secondarie ha dato il seguente esito: il 29% delle scuole ha già deciso di rendere opzionale tale insegnamento nella fascia 14-16 anni malgrado esso faccia parte del curricolo nazionale, e sia quindi obbligatorio (ma evidentemente solo sulla carta). Un altro 25% delle scuole si dichiara orientato a fare la stessa cosa se il governo continuerà a non intervenire sulla questione. Intanto i dipartimenti universitari di lingue straniere sono in crisi, e qualcuno ha dovuto chiudere.
Sembra che si vada diffondendo l’idea che l’uso sempre più frequente dell’inglese come lingua veicolare tolga interesse allo studio delle altre lingue. Ma il fatto è che anche sui livelli qualitativi di apprendimento dell’inglese da parte degli inglesi esistono forti preoccupazioni. Alcune recenti ricerche segnalano un notevole peggioramento degli standard di apprendimento. Secondo alcuni esperti, il problema è globale, e riguarda l’insieme delle abilità comunicative.

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