Agende. È qui la festa?

Festa del reso davanti al ministero dell’istruzione, venerdì scorso.
La Gilda degli insegnanti ha portato una schiera di docenti davanti al palazzo della Minerva di Viale Trastevere a Roma per restituire pacchi di agende della riforma che gli insegnanti avevano ricevuto in omaggio dal ministro Moratti nel mese scorso.

Aria di festa per questo “reso al mittente” scritto su diversi manifesti, con palloncini colorati, gialli e azzurri, di contorno. Non c’era una folla di docenti, ma erano ben visibili le centinaia e centinaia di agende, intonse e forse mai lette, rispedite al ministro, ammassate sulla scalinata e messe a contorno delle rampe con goliardica ostentazione.
L’iniziativa replica quella di qualche giorno prima della Cgil-scuola.

Contrariamente a quello che potrebbe sembrare per chi non l’ha letta, l’agenda della riforma, predisposta dal servizio della Comunicazione del Miur nel quadro di una campagna di informazione sugli effetti della legge 53/2003, si limita ad illustrare la legge, di cui è in corso di emanazione il primo provvedimento attuativo. Non tratta del come sarà o potrebbe essere la nuova scuola (tutor, portfolio, laboratori, ecc., di cui si parla invece in altro materiale informativo allegato a rotocalchi e quotidiani): descrive il significato della legge, punto e basta.
Nonostante ciò, rappresenta per alcuni (o per molti) il simbolo di tutta l’innovazione annunciata.

Al di là del merito dell’iniziativa e della strumentalità dell’operazione, non si può non rilevare come la restituzione delle agende, condivisa da diversi insegnanti, rappresenti un segno evidente del malessere di quei docenti che dovrebbero proprio dare attuazione alla riforma già dal prossimo anno scolastico.