Agenda della riforma, tra nuovi invii e restituzioni

L’agenda della riforma, inviata dal ministero agli insegnanti italiani nei giorni scorsi, ha ricevuto nelle scuole un’accoglienza di segno contrapposto, gradita da qualcuno, respinta da altri.
Al ministero in questi giorni pervengono infatti richieste di ulteriori invii da scuole che non ne hanno ricevute in quantità sufficiente, e contemporaneamente tornano indietro copie restituite al mittente, da parte di singoli insegnanti o di organizzazioni sindacali (Cgil-scuola, Gilda che il 5 dicembre ne porterà un certo quantitativo) che si sono incaricate della restituzione.
Arrivi e partenze che però non si compensano tra di loro, perché, a quanto sembra, per i nuovi invii si procede con copie nuove o ristampate, mentre quelle restituite vengono messe da parte.
Anche quest’episodio delle agende che vengono restituite al mittente, respingendo di fatto la possibilità di conoscere meglio la riforma, è un segno un po’ inusuale per il mondo della scuola di come le posizioni si vadano sempre più radicalizzando.
Come è successo qualche settimana fa anche per i libri di inglese nelle prime classi, quando diversi comuni hanno deciso di non collaborare al progetto ministeriale di generalizzazione dell’inglese in prima e seconda classe della primaria, negando la gratuità dei libri di testo per gli alunni delle prime classi (un rifiuto formalmente ineccepibile), salvo confermare in molti casi la gratuità dei libri di inglese nei confronti degli alunni delle seconde classi che già ne avevano beneficiato l’anno scorso.
Insomma questa riforma sembra stia scavando un solco sempre più profondo, a favore o contro, nella gente e nelle istituzioni.