Adro/2. Quella voglia di strumentalizzare…

La vicenda di Adro ha messo in luce quanto sia difficile per molti, in questo periodo di esasperate tensioni politiche e sociali, resistere alla tentazione di utilizzare qualunque occasione dotata di una qualche risonanza mediatica per fare polemica con gli avversari.

Così per alcuni giorni è sembrato che il cuore pulsante dello scontro politico battesse nello sconosciuto (finora) comune bresciano, dove si sono organizzate manifestazioni e si sono recate perfino rappresentanze di movimenti e partiti politici nazionali come quella del Pd, formata da  Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria nazionale, Filippo Penati, capo della segreteria politica di Bersani, e Pippo Civati, emergente consigliere regionale del Pd lombardo.

Da parte di alcuni esponenti ultrà della Lega Nord non si è persa l’occasione per solidarizzare con il sindaco Lancini, ma si è notata la prudenza di Maroni e Bossi, che potrebbero trovarsi a non poter più controllare i fondamentalisti di casa loro, come il Topolino apprendista stregone della disneyana Fantasia: sempre più campanilisti, più autoreferenziali, più verdi e più diffidenti verso i “romani” ancorché leader della Lega. Fatto sta che Bossi ha dichiarato che “di Sole delle Alpi ne bastava uno“, mentre il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoni ha criticato il ministero della Gelmini che “con tutto il bordello che c’è nella scuola si preoccupa di Adro“, anche se il sindaco  “forse ha esagerato“.

Il ministro Gelmini si è sforzata di spegnere l’incendio, ma avendolo fatto dopo aver lasciato spazio ai falchi dell’una e dell’altra parte, subisce ora le ulteriori rampogne dell’Idv, che con il capogruppo Massimo Donadi parla di “ritardo imbarazzante e offensivo“. Più equilibrato il giudizio di Benedetto Della Vedova, vicepresidente vicario del gruppo di ‘Futuro e Libertà’ alla Camera, che dà invece atto al ministro di essere “finalmente” intervenuta in modo corretto ma aggiunge: “A questo punto spero almeno che le spese per la ‘deleghistizzazione’ del Polo scolastico – i simboli leghisti sono e vanno tolti ovunque – non finiscano a carico dei cittadini di Adro, ma degli amministratori che hanno prodotto, con una scelta sconclusionata, anche un danno erariale per il comune“. Condividiamo la speranza.