‘Adottiamo una scuola in Indonesia’

Iniziativa di solidarietà promossa da Tuttoscuola con la Comunità di Sant'Egidio

Una riflessione da parte di tutti gli studenti italiani, dai piccoli ai più grandi, da dedicare a tanti coetanei sfortunati del Sud Est asiatico colpiti dalla catastrofe dello tsunami. Un approfondimento stimolato e guidato dagli insegnanti, confrontando idee, sentimenti, raccogliendo informazioni su un mondo così diverso dal nostro, immedesimandosi in chi ha perso parenti, maestri, casa e le poche cose che aveva.

È l’invito che il Ministro dell’istruzione, Letizia Moratti, ha rivolto agli studenti e agli insegnanti di tutte le scuole italiane e al quale Tuttoscuola risponde immediatamente e concretamente con una forte iniziativa.
È possibile infatti fare qualcosa di tangibile, che sia avvertito da chi deve ora sopravvivere anche al “dopo tsunami” (e in molti casi potrebbe essere ancora più difficile) e trovare la forza di guardare al futuro, le cui possibilità sono legate soprattutto all’istruzione. Un sostegno e un aiuto diretto dagli studenti e dalle scuole italiane ai “colleghi” di una o più scuole delle aree colpite dal sisma.

Come? In tanti modi. Noi abbiamo pensato, con la Comunità di Sant’Egidio, di proporre l’iniziativa “Adottiamo una scuola in Indonesia”. Tutti i particolari su come aderire sone nelle altre news del notiziario. Vediamo innanzitutto perché e come adottare una scuola.

Adottiamo una scuola. Perché?

Kamala (Isola di Phuket) 4 gennaio 2005 – “Riapre la scuola che non c’è più: dei 374 alunni non rispondono all’appello 110… Dell’edificio scolastico che prima di Natale accoglieva quei bambini mancano due pareti esterne, l’acqua ha portato via banchi, armadietti e porte e ha lasciato scie di sporco sui muri rimasti in piedi” (dal Corriere della sera).

Ora c’è bisogno di ricostruire muri e speranze.
La scuola è il primo impegno per un popolo che vuole uscire dalla tragedia e investire per il futuro.
L’Indonesia e molti paesi colpiti dallo tsunami, stavano già investendo, per quanto potevano, in istruzione e formazione. Ora dovranno farlo con nuova convinzione, ricominciando in molti casi da capo. Per riuscire avranno bisogno della solidarietà del mondo, a cominciare proprio dai giovani e dalle scuole degli altri Paesi.

Adottare una scuola nei Paesi devastati dalla tragedia è investire nella speranza, è un grande gesto di solidarietà verso i giovani affinché ritrovino quella fiducia nel futuro che il maremoto ha spezzato il 26 dicembre.

Adottiamo una scuola. Come?

Ci sono vari modi per adottare una scuola.
Il primo, forse il più importante, è quello di contribuire a ricostruire materialmente una scuola distrutta, a riacquistare arredi, banchi, strumentazione didattica, computer.

Partendo da un progetto di ricostruzione, per la cui realizzazione servono necessariamente interventi finanziari e donazioni di enti e di privati, potrebbero essere proprio le nostre scuole, da sole o in rete, a promuovere, sensibilizzare e stimolare nel proprio territorio l’iniziativa di raccolta di fondi.

Vi sono anche altri modi, allo stesso tempo, per adottare una scuola, come quello di creare rapporti tra scuole italiane e scuole del sud est asiatico: rapporti fatti di scambi, di contatti tra alunni, d’interazione personale, di testimonianza di solidarietà e vicinanza spirituale. Internet e webcam possono facilitare questi contatti e accorciare le distanze geografiche.

I ragazzi hanno creatività e sanno trovare le vie e i modi per arrivare al cuore e agli interessi dei loro coetanei. I rapporti tra ragazzi possono diventare un modo per sostenere, incoraggiare, condividere e guardare insieme ad un futuro nuovo.
E lo scambio può forse diventare, infine, ospitalità in Italia dei nuovi amici.