A scuola da professionisti. I contenuti del seminario dell’Aimc

Cosa significa vivere la scuola oggi come luogo in cui agire da professionisti e formarsi a essere professionisti? Quali le condizioni di esercizio necessarie? Se ne è discusso con Giancarlo Cappello (Direttore Ufficio Studi Cisl Scuola), Giorgio Israel (Università degli Studi La Sapienza Roma e Coordinatore della Commissione Miur sulla formazione iniziale dei docenti) e Bruno Losito (Università degli Studi Roma Tre) nell’ambito del Seminario nazionale “A scuola da professionisti“, tenutosi a Roma sabato 17 aprile presso la sede nazionale dell’Aimc.

Il presidente nazionale, Giuseppe Desideri, ha introdotto il confronto sottolineando che l’Aimc pone l’attenzione sulla significatività, per la comunità scolastica e per la realtà pubblica, del ruolo culturale, sociale e laicale del professionista di scuola. Ciò necessita d’individuare modalità e strumenti di valutazione del sistema scolastico, di provvedere al riconoscimento dello sviluppo professionale e del valore della formazione in servizio, di rendere operative forme di collaborazione tra scuola e università nell’ambito della formazione iniziale.

Giancarlo Cappello si è soffermato sul tornare a essere orgogliosi di esercitare una rilevante funzione pubblica nel “prendersi cura“ dei giovani e del ruolo che hanno le associazioni professionali nel cercare di ridare questa fiducia agli insegnanti unitamente al sostegno della loro disponibilità a farsi valutare nell’ambito di un sistema di regole condivise, senza trascurare la fattibilità delle proposte in ordine sia agli incentivi economici che alla progressione di carriera.

Bruno Losito, in riferimento ad alcuni studi e ricerche, ha richiamato le competenze necessarie per insegnare (conoscere i contenuti curricolari, in funzione della loro insegnabilità, possedere competenze didattiche, saper coinvolgere gli alunni nel loro processo di apprendimento, essere capaci di empatia e riflessione, servirsi delle nuove tecnologie, gestire la propria formazione continua) e ha illustrato alcune istanze di formazione provenienti dai docenti neoassunti in ordine agli approfondimenti pedagogico-didattici, al comportamento degli alunni, alla gestione di classi sempre più multiculturali, all’utilizzo delle nuove tecnologie, sostenendo che l’università, da sola, non è in grado di fornire adeguati percorsi di formazione iniziale e in servizio.

Giorgio Israel, esordendo con l’affermazione “nella scuola occorrono fatti e non bisticci e dicotomie di parole“, si è espresso sulla necessità di avere docenti colti, in grado così di operare consapevolmente e autonomamente, e Indicazioni programmatiche in cui siano presenti contenuti prescrittivi, mentre le scelte metodologiche vanno lasciate all’autonomia dei docenti e delle istituzioni scolastiche. È da sostenere il protagonismo dei professionisti di scuola, ma ciò richiama inevitabilmente la problematica della valutazione del personale.

È seguito, poi, un ampio dibattito con diversi interventi da parte dei responsabili associativi presenti al Seminario che hanno evidenziato come in Italia si sia consolidato un patrimonio di conoscenze e competenze didattiche da non disperdere e da coniugare con la questione della libertà dell’insegnamento, l’importanza del dialogo tra i vari soggetti istituzionali coinvolti nella formazione iniziale e in servizio, l’urgenza di conoscere quale idea complessiva di scuola e di profilo della professionalità docente si sta perseguendo.

È emersa ulteriormente la disponibilità dell’Aimc a portare il proprio contributo in contesti di ascolto e confronto che consentano di argomentare le differenti posizioni per una reale ricerca di ciò che può essere il meglio per le attese e le esigenze della scuola di oggi e di domani e le legittime istanze professionali di quanti si adoperano per realizzare una scuola di qualità.