A Didacta 2018 un progetto di autovalutazione sul territorio
di Carla Sacchi
A Fiera Didacta Italia si parla del processo di autoanalisi condotto dai NIV all’interno delle scuole, processo che viene documentato con la stesura del RAV (Rapporto di autovalutazione). Il rapporto ha lo scopo di fotografare lo scuola descrivendone nel dettaglio il contesto entro il quale opera, il suo funzionamento, di diagnosticare le criticità e individuare le priorità di sviluppo verso cui orientare il piano di miglioramento. Al fine di migliorare gli esiti, la scuola individua delle priorità sulle quali lavorare. Le priorità, che devono necessariamente riguardare gli esiti degli studenti, indicano obiettivi generali di miglioramento. I traguardi indicano “i risultati attesi in relazione alle priorità strategiche” e “articolano in forma osservabile e/o misurabile i contenuti delle priorità”.
Non è prevista, però un’apertura al confronto con le scuole vicine e con il territorio stesso.
La Regione Toscana, che ospita Didacta 2018, ha presentato in Fiera il progetto ValVal – Valutazione Valdera- che nasce dalla collaborazione di una pluralità di enti presenti sul territorio con l’intento di cogliere le opportunità offerte dal processo di autovalutazione in atto nelle scuole a partire dall’a.s. 2014/2015 e di orientare il sistema scolastico verso nuove impostazioni didattiche ed organizzative. Un intero territorio si é messo in discussione per valutare il proprio operato creando una proficua rete di relazioni. Ricordiamo che tra i compiti degli enti locali rientra, tra l’altro, la prevenzione della dispersione scolastica e la promozione di crescita culturale. Acquisita la consapevolezza della necessità di un patto da parte dell’intera comunità educante (istituzioni e scuola), ci si è seduti allo stesso tavolo per parlare delle problematiche della scuola e offrire risposte a criticità comuni, per programmare una progettazione ragionata, concordata e coordinata, ottimizzando le risorse.
Una pre-esistente rete di scuole di diversi ordini ha iniziato a confrontarsi sui risultati dei processi in atto e intrapreso uno stesso percorso di autovalutazione individuando una priorità comune da perseguire, ovvero ridurre la dispersione e l’insuccesso scolastico nel primo anno della scuola secondaria di secondo grado. Per aumentare le possibilità di successo è stato stilato una sorta di PdM di rete, inserendo nei singoli piani di miglioramento la medesima finalità strategica e steso un protocollo per il supporto al miglioramento.
Sono state attivate azioni per lo sviluppo delle competenze di base (italiano, matematica) e delle competenze in materia di cittadinanza, partendo dalle buone pratiche già in atto. La condivisione di linee di lavoro e l’instaurarsi di un dialogo tra docenti di scuole e ordini diversi sono risultati strumenti utili e necessari. Una prima iniziativa, che ha visto il coinvolgimento dell’INDIRE, ha riguardato la formazione comune su metodologie quali la flipped classroom, sulla didattica per competenze, la stesura di UDA con attività laboratoriali, la sperimentazione di costruzione di compiti autentici e di rubriche di valutazione.
Risultati significativi e tangibili sono stati raggiunti, ci si prefigge l’elaborazione di migliori strumenti di osservazione e valutazione e un coinvolgimento completo dei docenti, non solo di quelli appartenenti ai gruppi di lavoro.
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