Federalismo fiscale: la ricerca di equilibri stabili

I principali nodi sul tappeto riguardano l’equilibrio fra trasferimenti perequativi dello Stato da un lato e autonomia e responsabilizzazione dei governi locali e regionali dall’altro.
I trasferimenti perequativi sono finalizzati a finanziare alcuni livelli essenziali di prestazione che devono essere garantiti a tutti i cittadini sul territorio nazionale.
La definizione delle prestazioni essenziali da coprire e degli standard da garantire sono in effetti questioni “politicamente” forti.
La bozza di delega del governo considera essenziali la sanità e l’assistenza, e non l’istruzione. Su questo tema la Conferenza si è riservata di esprimere nella prossima seduta una definitiva valutazione. Il potenziale di differenziazioni territoriali sul più classico tra i diritti sociali – l’istruzione – pone un limite al potere regionale di introdurre differenziazioni territoriali del diritto all’istruzione.
I Governatori si sono dati appuntamento per il 3 maggio per chiudere il confronto politico in Conferenza, facendo precedere l’incontro con un confronto allargato anche all’Anci e all’Upi.
Si respira un clima positivo e di fiducia nella convinzione – come ha sottolineato il Presidente Errani – di poter dare un contributo importante alla costruzione del federalismo fiscale che costituisce una parte decisiva dei processi di governo e di alta riforma del sistema istituzionale. Anche il coordinatore della Commissione affari finanziari delle Regioni, Romano Colozzi, assessore della Regione Lombardia, si dichiara soddisfatto e tiene a sottolineare che non si registrano contrapposizioni politiche e che sulle contrapposizioni nord-sud “è stato fatto un passo avanti a dimostrazione che a volte queste contrapposizioni sono costruite ad arte“.