
Graduatorie supplenze: importanti novità in arrivo

Il recente decreto-legge 127/2025 “Misure urgenti per la riforma dell’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione e per il regolare avvio dell’anno scolastico 2025/2026”, introduce diverse modifiche, ma anche rinvii di disposizioni, come, ad esempio, quanto previsto dall’articolo 4: “Misure urgenti per il conferimento delle supplenze per il personale docente ed educativo”. Tale norma riporta, peraltro, un riferimento errato: l’art. 4 del decreto-legge da convertire apporterebbe una modifica non “All’articolo 2, comma 4-ter” (che non esiste) del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 22, convertito dalla legge 6 giugno 2020, n. 41, ma all’art. 2 comma 8, punto 4-ter.
Con tale previsione, che si auspica venga corretta nel riferimento in sede di conversione, la norma viene così riformulata: “le procedure di conferimento delle relative supplenze per il personale docente ed educativo, ad esclusione di ogni aspetto relativo alla costituzione e alla composizione dei posti da conferire a supplenza, sono disciplinate, in prima applicazione e per gli anni scolastici 2020/2021, 2021/2022, 2022/2023, 2023/2024, 2024/2025, 2025/2026, 2026/2027 e 2027/2028 anche in deroga all’articolo 4, comma 5, della predetta legge [legge n. 124 del 1999, ndr ], sia per il primo biennio di validità che per il successivo aggiornamento e rinnovo biennale, con una o più ordinanze del Ministro dell’istruzione [e del Merito, anche in questo caso c’è un refuso, ndr ] ai sensi del comma 1 al fine dell’individuazione nonché della graduazione degli aspiranti”.
Insomma il regolamento sulle supplenze dei docenti del 2017 (“recante norme per il conferimento delle supplenze al personale docente ed educativo”) non verrà modificato neanche stavolta. Già nel 2020 vi fu un rinvio, dovuto allora all’emergenza Covid. Peraltro quello per il personale Ata risale addirittura al 2000. Ma questo non significa che non verranno introdotte importanti innovazioni in tema di valutazione dei titoli.
La nuova norma infatti consente al Ministro dell’istruzione di prevedere nella prossima ordinanza di aggiornamento delle graduatorie provinciali di supplenza previste per il prossimo anno scolastico, un adeguamento dell’elenco delle certificazioni linguistiche riconosciute sulla base del Decreto Dipartimentale del 21 novembre 2024 del MIM e, in ambito digitale, di valutare un giusto e congruo riconoscimento a nuove certificazioni, come, ad esempio, la certificazione di alfabetizzazione digitale (CIAD) e altre certificazioni “sotto accreditamento” (come quella sulle competenze digitali per insegnare, basata sul DigCompEDU) rilasciate da un ente terzo indipendente, accreditato da ACCREDIA, l’ente unico nazionale che garantisce la competenza e l’imparzialità degli enti che verificano la conformità dei beni e dei servizi alle norme internazionali e vigila sul loro operato. E le inchieste giornalistiche sui certificatifici, oltre a quanto ben noto a tutti sul valore di certe certificazioni “a là carte” (chiedere ai commissari d’esame dei concorsi di fronte a docenti che presentavano certificazioni di inglese di livello C2 e non sapevano dire neanche “how are you”: un fatto indegno che nessuno vorrà tentare di mettere sotto il tappeto) hanno dimostrato quanto ci sia bisogno di un sistema solido di certificazione utilizzato in tutto il mondo in tutti i settori.
Insomma, stop ai certificatifici e avanti con la qualità.
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