
Decreto legislativo sul secondo ciclo: polemiche sullora di religione
Secondo la Flc Cgil il decreto legislativo sul secondo ciclo contiene una forzatura in materia di insegnamento della religione cattolica (IRC) perché negli allegati contenenti i quadri orari la stessa IRC è inserita, insieme alla “attività alternativa“, nell’elenco delle discipline obbligatorie.
Ciò contrasta, secondo il sindacato, con la sentenza n. 13 del 1991 della Corte Costituzionale, che ne aveva invece sancito la piena facoltatività, e il conseguente diritto per gli studenti “non avvalentisi” di rifiutare anche le opzioni alternative. Secondo la CGIL gli studenti che non scelgono né l’IRC né l’attività alternativa potrebbero essere considerati assenti, e questa assenza sarebbe valutata nel monte ore di assenze annuali (25%) oltre il quale scatta la bocciatura automatica. Perciò la Flc Cgil ha dato mandato al proprio ufficio legale di presentare una diffida nei confronti del MIUR, affinché il decreto legislativo sia modificato, togliendo l’IRC/attività alternativa dall’elenco delle discipline obbligatorie.
A noi sembra poco verosimile, per la verità, che il MIUR abbia inteso davvero penalizzare i “non avvalentisi” assoluti considerandoli assenti, perché questo contrasterebbe apertamente con il Concordato del 1984 e con la citata sentenza della Corte. D’altra parte è corretto che, se scelta all’inizio dell’anno, anche l’IRC/attività alternativa concorra al calcolo delle assenze.
Forse si è voluto semplicemente evitare di equiparare l’IRC/attività alternativa alle materie facoltative, considerato il suo particolare status. Basterebbe chiarire questo aspetto, anche per evitare lo sviluppo di polemiche delle quali la scuola italiana non ha certo bisogno.
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