Una conferenza stampa… a futura memoria

Il ministro Moratti ha tenuto martedì 6 settembre l’annuale conferenza stampa per il nuovo anno scolastico, davanti a decine di giornalisti, fotografi e funzionari, in un tripudio di cifre e slide di grafici che hanno accompagnato l’ampia presentazione.
Risultati ottenuti, incrementi di servizi, ampliamenti e qualità delle offerte: tutto al meglio, secondo il ministro.
Nella ricostruzione della Moratti, da una parte il trionfo degli aumenti: più investimenti, più scuola, più adesioni, più consensi, più volontariato studentesco, più occupazione scolastica, più posti di lavoro, più classi per gli alunni, più stabilità, più inglese, più anticipi.
Dall’altra la sicurezza delle riduzioni: meno dispersione, meno abbandoni scolastici, meno sprechi.
Problemi? Imprevisti? Limiti? Figurarsi, nessuno.
E la riforma con i suoi problemi fisiologici e patologici? E’ rimasta rigorosamente fuori dalla porta, e quando alcuni giornalisti hanno cercato di sapere qualcosa di più della prossima riforma delle superiori, il ministro ha rinviato ogni risposta a riforma approvata, precisando che voleva attenersi al presente della scuola, al già fatto, come se non volesse rompere la magia di quel suo bilancio di una scuola un po’ troppo virtuale.
A qualcuno è sembrato quasi un consuntivo di fine mandato, con un calcolato maquillage per nascondere le rughe dei problemi e della contestazione, prima (chissà) di concorrere a indossare la diagonale tricolore di sindaco meneghino. Di sicuro è apparsa un’occasione mancata per avvicinare il ministro e la sua azione al mondo della scuola (quello vero, non virtuale) e ai problemi che quotidianamente deve affrontare chi ci vive.